di Gabriele Testi
La sua fu una presenza discreta, quasi passata inosservata attraverso gli occhiali di una storiografia nazionale prodiga di sovrani, artisti, letterati, scienziati e geni di ogni genere e risma da esaminare, valutare e soppesare. Eppure, Maria Beatrice Eleonora Anna Margherita Isabella d’Este, un’emiliana a denominazione d’origine controllata, resta ancora oggi l’unica italiana mai salita sul trono d’Inghilterra, Scozia e Irlanda e un personaggio tuttora da approfondire.
Lo storico inglese Martin Haile, che per primo l’ha studiata e descritta nell’opera “Queen Mary of Modena. Her life and letters” pubblicata nel 1905, afferma che “più leggiamo le sue lettere e conosciamo il suo carattere, più cresce in noi la stima e l’ammirazione per lei”.
Mary, come tuttora la conoscono oltre Manica, nacque nel Palazzo Ducale di Modena il 5 ottobre 1658, figlia di Alfonso IV e di Laura Martinozzi. Educata nelmonastero della Visitazione di Baggiovara, manifestò fin da bambina una profonda religiosità ed il desiderio di entrare in convento, ma la politica e la ragion di Stato non le permisero di realizzare tale proposito e fecero di lei l’ultima sovrana cattolica e l’unica italiana mai incoronata a Londra. Luigi XIV, il celebre “Re Sole”, appoggiato da papa Clemente X, voleva infatti favorire il ritorno del cattolicesimo in Inghilterra facendo sposare al principe di York, il futuro Giacomo II Stuart, che era devoto a Roma, una principessa anch’essa di fede cattolica.
La scelta cadde su Maria Beatrice d’Este che, già votata a farsi suora, non ne voleva però sapere. La madre inizialmente l’appoggiò, ma ormai tutto era deciso e a risolvere la questione fu l’intervento personale del Pontefice, che fece sapere alla giovane nobile emiliana che sarebbe stato più meritorio e utile per la Chiesa cattolica sposare il futuro re inglese piuttosto che entrare in un monastero, diventandone la seconda moglie. E la giovane nobildonna modenese acconsentì al volere di papa Altieri.
Il 30 settembre 1673, a Modena, il quarantenne Giacomo II Stuart sposò per procura la quindicenne principessa d’Este, senza sfarzo e festeggiamenti, quasi in segreto. Il successivo primo novembre Maria Beatrice e il suo seguito sbarcarono a Dover diretti a Londra, dove avvenne l’incontro dei due sposi che non si erano mai visti e conosciuti prima. La vita a corte per Maria Beatrice fu durissima per il disprezzo dei cortigiani inglesi, che la chiamavano “la figlia del Papa”, o “la papista”, e la calunniavano. A queste sofferenze si aggiunsero anche le infedeltà del marito che continuò la propria vita libertina e la morte, procurata da alcuni membri della corte, di quattro dei sei figli avuti dal matrimonio (un settimo si aggiungerà più tardi, ma soltanto due raggiunsero l’età adulta).
I contemporanei dicono tuttavia di lei che fu di bell’aspetto, gentile e regale nel portamento, affabile, sempre di buon umore e religiosissima, per cui anche sotto gli abiti eleganti indossati portava un cilicio e prima di coricarsi pregava lungamente e devotamente in ginocchio sul pavimento freddo. Alla morte di Carlo II e all’ascesa al trono di Giacomo II Stuart (Giacomo VII per gli scozzesi), il comportamento del marito cambiò e fra i due si stabilì un rapporto più affettuoso, grazie soprattutto al carattere mite della nuova regina. Non cambiò invece il rapporto coi protestanti, che non potevano accettare un re e una regina cattolici.
Ne scaturì la cacciata degli Stuart nell’ambito di quella Gloriosa Rivoluzione innescata proprio dalla nascita di un erede al trono: Giacomo II non soltanto fu deposto, ma anche sostituito dalla figlia Maria II, nata dal primo matrimonio con Anna Hyde, e dal di lei marito, Guglielmo III d’Orange. Maria Beatrice e l’ormai ex sovrano furono costretti all’esilio e si stabilirono a Saint Germain en Laye, presso Parigi. Alla morte del consorte nel 1701, l’italiana assunse la reggenza per il figlioGiacomo Francesco Edoardo, che non aveva ancora compiuto sedici anni, cui il “Re Sole” riconobbe il titolo di “Giacomo III”: Maria Beatrice difese strenuamente i diritti del figlio e lo spronò a continuare l’azione del padre volta a riportare uno Stuart sul trono d’Inghilterra, convinta di essere portatrice di una missione divina. A Giacomo, sostenuto dai celebri giacobiti, che chiamavano la madre con affetto“Queen over the water”, fu offerto il trono a condizione che, anche solo formalmente, si convertisse al protestantesimo, ma egli rifiutò la proposta.
Maria Beatrice, ultima regina cattolica d’Inghilterra, Scozia e Irlanda, ricordata dagli inglesi come “Mary of Modena”, morì di cancro al seno il 7 maggio 1718 e fu sepolta accanto al marito. Nel 1793, durante la rivoluzione francese, alcuni fanatici violarono le tombe dei due sovrani e dispersero i resti di entrambi. Non aveva mai voluto lasciare il Paese nemmeno quando il Trattato di Utrecht,conseguenza della guerra di successione spagnola, impose al figlio Giacomo III di abbandonare la Francia, una Nazione che aveva apprezzato trascorrendo lunghe estati in compagnia delle suore del convento di Chaillot…
Nel 2007 si è costituito a Modena un comitato per ottenere dall’autorità ecclesiastica l’introduzione della causa di canonizzazione della regina Maria Beatrice, ravvisando nella vita della regina “tutti gli elementi che contraddistinguono la santità”, cioè una condotta di vita moralmente irreprensibile e inattaccabile e la virtù della rinuncia: “Maria Beatrice è stata capace di rinunciare a un trono in nome della propria fede”, seguendo il motto: “non si può barattare il Regno dei Cieli con un regno terreno, per quanto grande esso sia”. In un mondo dove il motto dominante è “fai ciò che vuoi” e dove ogni più piccola rinunzia a beni materiali sembra insopportabile, Maria Beatrice d’Este costituisce un esempio di vita, un vero e proprio faro. E la dimostrazione di un’italianità apprezzata anche all’estero…
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