“Per trasformare un fenomeno naturale in disastro l’uomo si da da fare in molteplici modi, per incuria, omissioni, errori, o semplicemente perchè pensa di controllare forze che nella loro lenta evoluzione non sembrano avere la potenza che mostrano poi all’improvviso“. Il sismologo Marco Mucciarelli mette in ordine le concause che hanno provocato l’alluvione d’Emilia 2014. Una analisi che alla redazione di SulPanaro.net sembra molto accurata, chiara ed esaustiva.Ecco cosa Mucciarelli scrive nel suo blog:
“A una settimana dall’alluvione in provincia di Modena, mi sembra che sia scattata la caccia al capro espiatorio mentre in pochi si rendono conto che in realtà si tratta di un gregge.
Capisco le esigenze di semplificazione, ma non si può avere un quadro completo delle cause senza un elenco esaustivo che vada oltre la singola possibile responsabilità.
Nell’elenco andrebbero comprese:
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tentativo storico di rendere una pianura alluvionale non più tale
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precipitazioni eccezionali
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crollo dell’argine per scarsa manutenzione
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subsidenza
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controllo tettonico della morfologia
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il terremoto del 2012
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la Pianura Padana è tale perché le alluvioni nei millenni hanno depositato sedimenti in quella che era una enorme valle tra le propaggini degli Appennini e quelle delle Alpi. Almeno dai tempi della civiltà delle Terramare l’uomo ha arginato e deviato i fiumi, con alterne fortune, per impedire che le alluvioni invadessero campi coltivati e case. L’assetto attuale é innaturale, con fiumi pensili che portano al Po i sedimenti degli appennini consentendo l’espansione del delta ma diminuendo l’apporto dei sedimenti in pianura.
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I fenomeni meteorologici dello scorso fine settimana sono un convincente esempio dei mutamenti climatici: temporali come in estate, niente neve sull’Appennino e acqua come nel 1966. Lo spiega benissimo Luca Lombroso in questo sito
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L’argine è crollato per colpa delle nutrie o del gambero della Louisiana? Diciamo che anche la scarsa manutenzione con invasione di vegetazione arborea ha dato una mano, come testimoniato da questo sito che confronta foto di varie annate tratte da Google Earth.
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La subsidenza della pianura padana emiliana ha aiutato il ristagno delle acque. Qui si entra in un discorso a sua volta complicato, dato che parte della subsidenza è dovuta ad attività umane di estrazione di fluidi dal sottosuolo, ma parte deriva dalla naturale compattazione dei sedimenti che non è bilanciata dall’apporto di nuovo materiale (vedi punto 1).
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A contribuire al ristagno delle acque è anche il controllo tettonico della morfologia. Come si vede dalla immagine qui sotto, tratta da un lavoro di Burrato ed altri del 2004, la presenza di strutture sepolte ancora attive può catturare o allontanare i fiumi. La zona alluvionata è quella dove Secchia e Panaro sono più vicini perché attratti da una zona in sprofondamento tettonico, per lo stesso motore responsabile del terremoto del 2012″.
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Infine, come ricordato anche in questo sito, il terremoto del 2012 ha modificato l’assetto della pianura causando un sollevamento nella parte Nord, dove dovrebbero defluire le acque, ed un abbassamento proprio nella zona dove l’acqua ha ristagnato.In conclusione, per trasformare un fenomeno naturale in disastro l’uomo si da da fare in molteplici modi, per incuria, omissioni, errori, o semplicemente perchè pensa di controllare forze che nella loro lenta evoluzione non sembrano avere la potenza che mostrano poi all’improvviso“.