Si terrà domani, giovedì 30 gennaio, la prima riunione di un comitato di cittadini alluvionati, durante la quale si affronteranno i temi della fattibilità della no-tax area e si farà il punto sulle azioni da intraprendere verso la Regione e i responsabili della nuova ricostruzione che la Bassa dovrà intraprendere.L’appuntamento è a Bastiglia alle ore 20, presso il ristorante Borgo della Bastia.
Questo il testo della lettera scritta dall’avvocato Elisabetta Aldrovandi e sottoscritta da quasi mille persone:
“Signor Presidente della Repubblica, siamo gli Emiliani. Quelli tenaci, coraggiosi, lavoratori, onesti. Quelli che ce la fanno, sempre. Quelli che usano i fazzoletti non per asciugarsi le lacrime, ma il sudore della fatica. E siamo abbandonati. Questi ultimi due anni sono stati per noi difficilissimi: da quell’ormai lontano Maggio 2012, quando la nostra terra venne ferita dal terremoto, che distrusse vite umane, case e fabbriche. Alla Tromba d’aria del maggio e agosto 2013, che spazzò via abitazioni e scoperchiò capannoni. All’alluvione del 19 gennaio 2014. Che ha sommerso interi paesi e migliaia di ettari di campagne, distruggendo, in molti casi, ciò che con grandissimo sacrificio eravamo riusciti a ricostruire dopo il terremoto. È difficilissimo, per noi, scrivere questa lettera, perchè la dignità e la riservatezza che ci contraddistinguono fanno parte della nostra essenza, e ci hanno sempre dato, anche nelle circostanze più dure, la spinta per rialzarci. Ma ora, questo ennesimo disastro, questa tragedia frutto della scelleratezza e incapacità umana, ci ha còlto mentre eravamo in ginocchio, e cercavamo di rimetterci in piedi dopo due anni di sacrifici inumani e devastanti. Due anni, durante i quali, nonostante le difficoltà, i danni subiti, i soldi degli indennizzi post terremoto non arrivati, abbiamo continuato a pagare tutte le tasse. Sempre più esose, sempre più soffocanti. Alcuni di noi non ce l’hanno fatta, e se ne sono andati, nel silenzio più totale della stampa, e la loro morte è stata ignorata così come ignorata è stata la loro richiesta di aiuto quando erano in vita. Non possiamo permetterci che l’abbandono e l’indifferenza di cui siamo stati vittime dopo il terremoto si ripetano. Abbiamo bisogno che le nostre facce vengano viste, che i nostri diritti siano riconosciuti. Non siamo solo una massa di codici fiscali e conti correnti da spremere per riempire le casse dello Stato. Siamo uomini e donne, anziani e bambini, che hanno diritto a un futuro. Al loro futuro. Ed è anche per i giovani, soprattutto per i giovani, che non possiamo più tacere, ma è nostro dovere gridare all’Italia intera che noi esistiamo, e che il nostro valore non risiede solo in quanto PIL possiamo produrre.
Ci rivolgiamo a Lei, perchè abbia uno sguardo, una parola, un segnale per noi. Ci aiuti a ottenere ciò che non può esserci negato: chiediamo soltanto che i Comuni alluvionati e terremotati siano esentati completamente dal pagamento delle tasse per un periodo sufficiente a ricominciare a lavorare, e che sia a noi concesso lo stato di calamità. Noi siamo orgogliosi di essere Emiliani. Ci aiuti a continuare a essere orgogliosi di essere Italiani”