Lo mettono nero su bianco, un gentleman aggreement che ha un suo valore. ”Massima sensibilità delle banche verso i clienti, privati o aziende, titolari di edifici inagibili e non ancora recuperati a seguito del sisma del 2012. Molti Istituti, caso per caso, già applicano singolarmente ai loro clienti misure di sospensione delle rate dei finanziamenti”.
Lo afferma il presidente di Abi Emilia-Romagna, Luca Lorenzi, a seguito di chiarimenti chiesti dal Presidente della Regione Emilia Romagna, Vasco Errani, e dall’assessore regionale, Gian Carlo Muzzarelli; dai senatori Claudio Broglia e Stefano Vaccari, e dai deputati Manuela Ghizzoni e Davide Baruffi.
Si tratta dei casi, sottolinea l’Abi, in cui il cittadino sia in possesso del modello Mude o Sfinge (o del documento attestante l’avvenuta prenotazione della domanda di ricostruzione), ossia di elementi che testimoniano la volontà di aderire al progetto di recupero dell’abitazione o del capannone.
Queste sospensioni di norma scadranno il 31 dicembre 2014 o all’avvenuto ripristino dell’agibilità dell’immobile danneggiato: in ogni caso fa fede l’accordo tra il singolo cliente e la Banca. Abi Regionale tratterà la questione in occasione della sua imminente prossima riunione, dove si discuterà la proposta per definire l’accordo Regione-Abi Emilia Romagna-Banche aderenti su questi specifici casi.