Torna la paura, con la nuova ondata di maltempo, per quattro italiani su dieci (41 per cento) che si sentono minacciati dalle alluvioni e dalle frane sul territorio nazionale. E, secondo la Coldiretti, ne hanno ben donde: in Italia si contano 6.633 Comuni (82% del totale) con parte
del territorio a rischio per il dissesto idrogeologico per una superficie di 2.951.700 ettari (9,8% del territorio nazionale), sulla base dei dati Cnr. In media l’82% dei Comuni ha parte del territorio a rischio per frane e alluvioni, ma la situazione è peggiore in Toscana, Liguria e Lazio con il 98%.
Il bilancio dei danni provocati dall’ultima di maltempo è pesante anche per l’agricoltura che
ha già perso decine di milioni di euro ma è ancora più grave se si considerano le vittime e
tragedie familiari che frane e alluvioni hanno provocato.
A questa situazione di fragilità territoriale non è estraneo il fatto che l’Italia ha perso negli ultimi venti anni 2,15 milioni di ettari di terra coltivata per effetto della cementificazione e dell’abbandono che ha tagliato del 15 per cento le campagne colpite da un modello di sviluppo sbagliato che ha costretto a chiudere 1,2 milioni di aziende agricole
nello stesso arco di tempo.
Ogni giorno viene sottratta terra agricola per un equivalente di circa 400 campi da calcio (288 ettari) che le zone esposte al pericolo di frane e alluvioni che riguardano ben il 9,8 per cento dell’intero territorio nazionale.
Per proteggere il territorio e i cittadini che vi vivono l’Italia – conclude Coldiretti – deve difendere il proprio patrimonio agricolo e la propria disponibilità di terra fertile dalla cementificazione nelle città e dall’abbandono nelle aree marginali con un adeguato riconoscimento del ruolo, economico, ambientale e sociale dell’attività agricola.