Il fatto non sussiste”: cosi si conclude, con quattro assoluzioni piene, il processo relativo alle presunte irregolarità nella centrale a biomasse di Bando, ad Argenta. L’accusa per Giovanni Aliboni, presidente del cda della centrale termoelettrica San Marco Bioenergie, Lanfranco Graziani, vicecapo della centrale, Massimo Costa, fuel manager, e Giacomo Gallusi, legale rappresentante della Enervision di Dosolo (in provincia di Mantova), fornitrice di biomasse in legno vergine non trattato era di essere responsabili a vario titolo di traffico illecito di rifiuti, violazione dei limiti delle emissioni e (nel caso di Graziani) e della trasmissione di dati falsi all’Arpa.
“Accuse – riferisce Estense.com – confutate dagli avvocati durante le udienze, basandosi sia sulle consulenze dei propri esperti che sulla perizia richiesta dal tribunale, concorde con le difese nel sostenere che alcune delle sostanze bruciate finite nel mirino della procura, come l’acido cloridrico, sono presenti anche in biomasse di ottima qualità”.
Andreussi si dichiara “molto soddisfatto per la sentenza, che mi pare molto equilibrata e rispecchia la correttezza tenuta in questi anni dagli imputati”, per poi affermare che l’assoluzione giova anche al territorio di Bando, dal momento che “abbiamo dimostrato che fin dall’inizio degli anni 2000 non c’è mai stata ragione di credere in alcun allarme, e questo processo lo ha dimostrato”. Un concetto che sottolinea anche Carlo Bergamasco, avvocato di Gallusi, quando afferma che “da un processo più lungo delle indagini, e approfondito come le indagini non sono sono state, è uscita una sentenza di assoluzione che accerta che i fatti contestati non sussistono. E che quindi tranquillizza anche i cittadini di Argenta sul fatto che non hanno subito danni ambientali”.
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