Tanti colpi, uno dopo l’altro, con le mani, il martello, la sedia fatta a pezzi: una violenza cieca, una furia omicida “sovrabbondante” quella che ha subito Valentina Paiuc, badante moldava di 48 anni uccisa mercoledì scorso nella sua casa di Massa Finalese.
Solo con il martello, sarebbero stati almeno 20 o 30 i colpi che il convivente, Astrit Qejvani albanese suo coetaneo, operaio in un vivaio, le avrebbe sferrato. Gli esperti di Medicina legale dopo l’autopsia valutano che Valentina si sia difesa strenuamente, i segni della colluttazione anche sulla scena del crimine sono evidenti. E si conferma che l’aggressione sia avvenuta al culmine di una lite, tra le 14 e le 15, avvertita dai vicini che a un certo punto non avevano più sentito urla.
Non è ancora chiaro cosa abbia scatenato la furia omicida dell’uomo: gli amici parlano di depressione, di paura di essere abbandonato e gli inquirenti parlano ormai di un vero e proprio omicidio-suicidio, considerando che sia stato deliberato il gesto di Qejvani, il quale dopo l’omicidio ha preso la VolksWagen Polo della donna, e in autostrada è andato a schiantarsi contro un tir.
Conclusa l’autopsia, ora il cadavere di Valentina può essere trasferito in Moldavia per i funerali.