Il senatore modenese del Pd Stefano Vaccari, componente della Commissione Antimafia, plaude all’operazione della Dia di Bologna che ha portato al sequestro, nel modenese, di beni per oltre 5 milioni di euro riconducibili a un pregiudicato pugliese residente nella nostra provincia. “Come Commissione Antimafia – spiega il sen. Vaccari – stiamo avviando una discussione sulle proposte da rivolgere al Parlamento per la modifica del Codice antimafia e dell’Agenzia nazionale sui beni confiscati per consentire una più efficace azione delle forze di polizia e della magistratura e per rendere disponibile in tempi rapidi l’enorme patrimonio immobiliare ed economico già confiscato alla mafia”.
Ecco la dichiarazione di Stefano Vaccari:
«Desidero esprimere il mio plauso all’ottimo lavoro della Dia di Bologna che, anche con questa operazione, conferma quanto siano ramificati e sofisticati i metodi e gli strumenti di radicamento della ‘ndrangheta e delle altre mafie nel nostro territorio, così come in tutta la regione Emilia-Romagna.
Dopo l’importante prima udienza dei giorni scorsi, al processo aperto in conseguenza all’indagine Black Monkey nei confronti di Nicola Femia detto Rocco e altri ‘ndranghetisti, nel quale per la prima volta si sono costituiti parte civile la Regione Emilia-Romagna, il Comune di Modena, la Provincia di Modena, il Ministero degli Interni, il Ministero della Giustizia, ora serve proseguire su questa strada non facendo venire meno le risorse e i mezzi per l’investigazione e i controlli delle forze dell’ordine, che sono invece da potenziare, così come mettendo nelle condizioni la magistratura di concentrare le risorse necessarie nel contrasto alla criminalità organizzata in Emilia-Romagna.
Su questo tema ho interrogato nei giorni scorsi il ministro Alfano per avere chiarimenti in merito agli effetti della spending review. La Commissione Antimafia avvierà, già da domani, una discussione sulle proposte da rivolgere al Parlamento per la modifica del Codice antimafia e dell’Agenzia nazionale sui beni confiscati per consentire una più efficace azione delle forze di polizia e della magistratura e per rendere disponibile in tempi rapidi l’enorme patrimonio immobiliare ed economico già confiscato alla mafia».