I registri regionale e provinciali istituiti dalla legge 12 del 2005 e i relativi controlli per verificare i requisiti per l’iscrizione delle organizzazioni di volontariato. E ancora il Centro servizi per il volontariato, previsto dalla stessa legge, come organismo di supporto con lo scopo di sostenere e qualificare l’attività del volontariato.
Sono infine affidati ad Agenzia delle entrate e Forze dell’ordine i controlli per verificare eventuali attività illecite, reati o irregolarità di carattere fiscale.
Il sindaco di Modena Giorgio Pighi ha ricostruito il quadro normativo relativo agli organismi di supporto e di controllo delle attività di volontariato sollecitato dall’interrogazione di William Garagnani illustrata nella seduta di lunedì 31 marzo.
Facendo riferimento alla notizia riportata da diversi organi d’informazioni di onlus come copertura di un traffico di rifiuti tossici da Modena all’Africa, definita “sommamente inquietante per chi crede nel valore del volontariato”, il consigliere ha chiesto di essere informato sulle strutture preposte al controllo delle attività del volontariato.
“Il volontariato – ha premesso il sindaco Giorgio Pighi – rappresenta una delle opportunità dell’individuo per riconciliarsi con la collettività, quindi si tratta di disciplinare attraverso la legge un aspetto assai positivo che però può presentare anche il rovescio della medaglia”. Il sindaco ha ricordato che, come previsto dalla legge, la Regione Emilia-Romagna ha approvato le Modalità per la gestione del registro regionale delle organizzazioni di volontariato e la Provincia di Modena il Regolamento provinciale per l’iscrizione, la cancellazione e la revisione del registro provinciale delle organizzazioni di volontariato.
“Come Comune – ha osservato il sindaco – non conosciamo direttamente le procedure, ma i controlli previsti dalla normativa regionale e provinciale sono finalizzati a verificare la sussistenza o meno dei requisiti per l’iscrizione delle organizzazioni di volontariato nei registri. E dal punto di vista della verifica di eventuali attività illecite, c’è una specifica circolare dell’Agenzia delle Entrate del 2013 relativa alla prevenzione e al contrasto dell’evasione o reati del mondo non profit”.
Il consigliere Garagnani si è detto completamente soddisfatto della risposta aggiungendo però una considerazione: “L’impressione è che tutte queste strutture rischino di essere insufficienti di fronte a un’esplosione di onlus, solo a Modena ce ne sono oltre 300. Avvalendosi dell’articolo 4 – ha continuato – c’è la possibilità di trasformare un’associazione di volontariato in aziende non profit con una vasta gamma di interessi, fatturati di milioni di euro, e produttrici di lavoro precario, come i ‘dialogatori’ spesso sono confusi con volontari. In questa grande confusione possono trovare spazio e copertura le onlus che coprono traffici, da qui – ha concluso – l’opportunità di due registri, uno per il volontariato in senso stretto e uno per le onlus spurie che hanno ben diversi obiettivi”.