Un “punto nascita” nuovo per l’ospedale di Mirandola, dotato di sala operatoria e degenze moderne e confortevoli, con due sale travaglio-parto che offriranno la possibilità alle gestanti di partorire anche in acqua. Sono questi alcuni degli obiettivi che guideranno la ristrutturazione e la riorganizzazione complessiva del reparto di Ostetricia e Ginecologia del ‘Santa Maria Bianca’. In questi giorni, a ridosso del secondo anniversario del terremoto, partono i lavori che consentiranno il trasferimento definitivo dell’area materno infantile di Mirandola all’interno del Padiglione Scarlini (al piano terra del corpo 8) dove, ricorda una nota Ausl, “fino a poco tempo fa era ospitata l’Unità Operativa di Cardiologia. Finalità principale dell’intervento di ristrutturazione è l’adeguamento funzionale e impiantistico dei locali destinati ad accogliere le mamme e i nuovi nati.
Il “punto nascita”, una volta rinnovato, ospiterà 6 stanze per le degenze, 12 posti letto in tutto, su una superficie di 750 metri quadrati (3.375 metri cubi). Le stanze saranno predisposte per il “rooming-in”, cioè un particolare tipo di degenza post parto che permette alle donne di tenere nella propria stanza i bambini appena nati, giorno e notte, senza limiti di orario, fino alle dimissioni. Sarà realizzato, inoltre, un accesso separato per la stanza di degenza neonatale, per il locale nido e le due sale parto.
Al termine dei lavori, che si stima dureranno circa 7 mesi, la nuova struttura sarà dotata di una propria sala operatoria per le procedute chirurgiche urgenti, come i parti cesarei. Oltre alla sala per gli interventi, sarà predisposto un locale per la preparazione e il risveglio delle pazienti, un deposito e uno spazio riservato ai chirurghi. Secondo il progetto esecutivo, il costo complessivo previsto dell’intervento è di 800 mila euro.
Grazie a questo intervento si rafforzeranno i rapporti di collaborazione tra il comparto materno-infantile del ‘Ramazzini’ e il ‘Santa Maria Bianca’ e prenderà sempre più corpo il percorso di riorganizzazione per area geografica e intensità di cura degli ospedali presenti in provincia, come definito dall’ultimo Piano Attuativo Locale (PAL)”.
“L’intervento ci permette di migliorare l’efficienza organizzativa del reparto – spiega il Direttore del Dipartimento di Ostetricia e Ginecologia dell’Azienda Usl di Modena, Paolo Accorsi – e mantenere, allo stesso tempo, un’alta qualità assistenziale, garantendo così la massima sicurezza dei pazienti e la ‘clinical competence’ di tutti gli operatori. Il reparto rinnovato, sia dal punto di vista funzionale che strutturale, rafforza inoltre la logica di concreta integrazione che, in questi anni, è stata costruita fra le strutture materno-infantili dell’Area Nord, a partire dalla mobilità degli operatori per arrivare ad una loro stretta collaborazione”.
“L’attivazione del punto nascita nuovo – sottolinea Teresa Pesi, Direttore dell’Ospedale di Mirandola – rappresenta una prova tangibile della volontà dell’Azienda Usl di rilanciare il reparto e superare le difficoltà incontrate, in modo particolare, a seguito del sisma. In questo senso è necessario proseguire nella strada intrapresa, ampliando le sinergie organizzative e gestionali esistenti e creandone di nuove, in modo particolare tra le Unità Operative di Mirandola e Carpi”.
Il Reparto di Ostetricia e Ginecologia
Il Reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale di Mirandola, diretto dal dottor Paolo Accorsi, gestisce l’intero percorso di gravidanza, dalla diagnosi prenatale (test combinato, ecografie, amniocentesi, villocentesi) fino all’assistenza al parto e al puerperio. Nel reparto lavorano 7 medici, una coordinatrice ostetrico/infermieristica, 11 ostetriche, 6 infermieri e 6 operatori socio sanitari. In questi ultimi anni sono stati realizzati diversi progetti di integrazione fra le Unità operative di Ostetricia e Ginecologia degli ospedali di Carpi e Mirandola: in ambito onco-ginecologico è stato costituito un team multidisciplinare che centralizza i casi più complessi su Carpi e, analogamente, per l’endometriosi una equipe gestisce i pazienti più complessi su Mirandola che è punto di riferimento per questa patologia.
L’attività del reparto dopo il sisma
Nell’ultimo biennio di attività, l’Ostetricia di Mirandola ha dovuto fare i conti con i gravi problemi dovuti al terremoto. Da maggio a dicembre 2012, infatti, il reparto è stato chiuso.
Nel 2011 l’Ostetricia di Mirandola ha registrato 577 nati. L’anno successivo, a causa del sisma, i parti si sono fermati invece a quota 225. Per 7 mesi, infatti, il comparto ospedaliero resta chiuso e le mamme di Mirandola si spostano in altri ospedali. La riapertura del punto nascita, nella sede provvisoria occupata finora, avviene a fine 2012. Un primo bilancio, seppur parziale e ancora condizionato da alcune difficoltà, è quello relativo al 2013. A un anno dalla riapertura sono nati in reparto al ‘Santa Maria Bianca’ 403 bambini (211 femmine e 192 maschi). I tagli cesarei rappresentano, nel 2013, il 19.5% del totale. A tutt’oggi, nel 2014 il reparto ha registrato 128 nuovi nati, ed i cesarei si attestano al 18,5%.