“L’esondazione vicino al ponte di via Gherbella è avvenuta a causa di una precipitazione particolarmente intensa e localizzata, una “bomba d’acqua” che ha raggiunto i 3 metri a valle del ponte, la più alta mai raggiunta in dodici anni di verifica dei livelli idrografici e più alta di 60 centimetri dell’ultimo evento successo in cui il livello era di 2.40 metri“, è quanto si legge in una nota del Comune di Modena emessa dopo l’incontro, svoltosi oggi, lunedì 7 aprile, nella sede della Protezione civile a Marzaglia, tra Paola Gazzolo, assessore regionale alla Sicurezza del territorio, e Simona Arletti, assessore all’Ambiente del Comune di Modena. Al tavolo anche tecnici e esperti dei due enti .
Nel piano straordinario urgente per la risoluzione dei problemi legati al nodo idraulico di Modena, evidenziato dalla rottura dell’argine di Secchia dello scorso gennaio, oltre alla manutenzione di argini e controllo alberature di Secchia e Panaro dovranno essere inseriti interventi per mettere in sicurezza anche torrenti e canali nel territorio del Comune di Modena. E’ stato – si legge ancora nel comunicato stampa – uno degli argomenti più importanti trattati nel corso dell’incontro, in cui è anche emerso che nel piano straordinario urgente che la Regione Emilia-Romagna presenterà ai Comuni del nodo idraulico modenese, piano che affronterà il tema manutenzione straordinaria dei fiumi principali in modo che i lavori urgenti si completino entro il prossimo autunno sfruttando i mesi estivi per i lavori, il Comune chiede che sia inserita anche la manutenzione dei tratti di torrenti e canali del reticolo idrografico minore.
L’incontro tra Regione e Comune è servito anche per fare chiarezza nel rapporto tra i due enti nel momento in cui emergono situazioni di criticità come quelle avvenute sabato 5 aprile al ponte di via Gherbella. Stando ad una legge del 1904, hanno sottolineato i tecnici della Regione, per i torrenti classificati come corsi naturali e senza arginature, infatti, non è prevista una funzione costante di vigilanza e custodia, come invece è prevista per i corsi arginati, pertanto si dovranno trovare nuove forme di collaborazione tra enti per la salvaguardia dei corsi naturali da attuarsi non solo in emergenza. Per questo motivo si è deciso di arrivare a un convenzione per meglio precisare la collaborazione tra i Servizio tecnologico di bacino della Regione, Comune e soggetti privati, che possa migliorare lo stato attuale di manutenzione dei corsi.
A questo proposito, un passo importante per la tutela e la pulizia degli alvei dei corsi d’acqua in Emilia Romagna è la convenzione firmata lo scorso 18 marzo della Regione con una cooperativa specializzata, per il taglio selettivo sperimentale di alberi e il loro recupero ai fini di utilizzo come biomassa con un radicale abbattimento dei costi per la Regione stessa. Va ricordato che la raccolta della legna “a terra” è possibile : già ora i cittadini possono raccogliere la legna gratuitamente. Basterà darne comunicazione all’ente regionale che ne prenderà atto.