Ancora 2.600 persone, 600 tra alloggi rurali ma soprattutto 2000 nei moduli nei paesi della Bassa, a due anni dal terremoto vivono nei Map, i moduli abitativi provvisori (leggi tutti i dati). C’è chi si ritrova consumi altissimi in bolletta (“il numero di utenti che pagherà più di mille euro in un anno di consumi è circa di 100 unità”) e tanti aspettano che la loro vecchi casa sia pronta per andare via: 100 famiglie hanno un’abitazione con un danno B e si prevede l’uscita entro il 2014 mentre per altre 300 famiglie, con situazioni più complesse, si prevede che lasceranno la sistemazione entro il 2015.
Gli altri? Chi non ha una casa di proprietà dove tornare sarà affidato alla residenzialità pubblica, cioè avrà diritto alla casa popolare Acer. Quelle presenti nella Bassa vanno ripristinate (già pronto un programma di intervento di 40 milioni di euro), e saranno anche acquistati nuovi alloggi pubblici (170-180 per cui sono disponibili 25 milioni euro di fondi regionali per i 17 comuni più colpiti), lo stesso per i nuclei che già prima del sisma alloggiavano in situazioni precarie o irregolari, che entreranno in un percorso sociale, gestito dai Comuni, con risorse extra terremoto.
L’impegno lo prende in prima persona il commissario straordinario al sisma, Vasco Errani, che ha precisato che “chiunque di loro voglia andarsene verrà accompagnato attraverso il contributo di autonoma sistemazione o con l’inserimento in un altro appartamento”.