Nessuna polemica con i contestatori dei volantini e nessun commento sulle scritte sui muri che sono comparse in paese. Solo un lungo memorandum che si è deciso di affidare alla Gazzetta di Modena per ricordare quel che è accaduto nelle aree terremotate fino a oggi e quale sia stato il contributo della Popolare San Felice. Ecco cosa dice il vicedirettore dell’istituto di credito Vittorio Belloi che ricorda come “abbiamo previsto l’interruzione pagamenti rate con moratorie su oltre 130 milioni di debiti; abbiamo a oggi 6.000 rate sospese, e oltre 1.200 finanziamenti oggetti di moratorie e finanziamenti tasse per 20 milioni di euro”, che chi ha avuto danni agli immobili dalla banca ha avuto la sospensione dei pagamenti e il supporto burocratico per ottenere i contributi
“Sarebbe stato illogico – sottolinea Belloi – rivalersi su un immobile danneggiato mentre il vero interesse della banca è la ripresa del normale pagamento delle rate del mutuo e il ripristino dell’immobile oggetto della garanzia e del finanziamento”. Ma è vero – chiede il giornalista della Gazzetta – che le banche si comprano in asta gli immobili dei debitori pignorati? Ecco la risposta di Belloi: “Non è vero per chi è stato colpito dal terremoto. In generale però è vero che, se siamo costretti a pignorare l’immobile di un cliente in seguito al mancato pagamento delle rate, questo accade in conformità a strette condizioni normative. È un dovere verso i soci e i depositanti recuperare tutto quello che riusciamo del credito concesso e per farlo può essere necessario partecipare ad aste pubbliche, aperte a chiunque, e in qualche caso acquisire l’immobile, evitando che i prezzi scendano troppo a beneficio della speculazione”.