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Calendario venatorio 2014 con divieto di caccia nelle zone alluvionate

da | Mag 6, 2014 | In Primo Piano, Bomporto, Bastiglia, Alluvione | 0 commenti

Nelle aree colpite dall’alluvione del gennaio scorso quest’anno non si potrà cacciare la piccola fauna stanziale come lepri e fagiani. E’ una delle novità contenute nel calendario venatorio 2014-2015 approvato, martedì 6 maggio, dalla Giunta provinciale. Il documento contiene anche la cartografia delle aree alluvionate dove scattano i divieti di caccia e sarà disponibile nel sito www.provincia.modena.it nella sezione Politiche faunistiche.

«I divieti per le zone alluvionate – sottolinea Luca Gozzoli, assessore provinciale alle Politiche faunistiche – scaturisce dalla necessità di consentire un più efficace e rapido riequilibrio in un’area dove anche la fauna è stata duramente colpita dall’alluvione».

Tra le altre novità l’obbligo di indossare indumenti a “visibilità alta” per i cacciatori alla piccola fauna stanziale e alla beccaccia che frequentano le aree dove si svolge la caccia collettiva al cinghiale che parte dal 1 ottobre. In pratica ogni cacciatore è tenuto ad indossare almeno un capo di abbigliamento (pantaloni, camicie, gilet e cappello) di colore giallo o arancione per risultare maggiormente visibile, garantendo una maggiore sicurezza.

Il calendario indica le date principali che scandiscono l’attività nella prossima stagione: la caccia alla selvaggina stanziale che coinvolge oltre sei mila doppiette partirà domenica 21 settembre per chiudere il 7 dicembre e sarà anticipata, dal 1 settembre, da sei giornate di preapertura con limitazioni, precedute dal via all’attività di addestramento cani prevista dal 15 agosto; intanto può partire la caccia individuale di selezione al cinghiale una volta terminate le procedure amministrative degli Atc; infine con l’ok al calendario, può partire dal 1 giugno la caccia al capriolo maschio, in anticipo rispetto agli anni precedenti per contrastare più efficacemente la proliferazione, mentre la caccia di selezione al cervo è prevista da ottobre a marzo, con limitazioni, al fine di contenere una specie in aumento che sta provocando diversi danni in particolare al patrimonio agroforestale.

Sono confermate nel calendario le regole per la caccia a diverse specie da tutelare come la pernice rossa e l’allodola per la quale sono previste limitazioni al carniere; per i corvidi, invece, confermate le regole per aumentare l’incisività del prelievo a tutela dell’agricoltura (la caccia al merlo chiude il 22 dicembre).

Previste, inoltre, regole sulla caccia alla volpe, al fine di garantire una maggiore sicurezza, e sulla caccia stanziale durante il mese di gennaio.

Per salvaguardare la beccaccia, nei mesi invernali sono previste sospensioni temporanee (comunicate tramite il sito della Provincia) in caso di forti gelate.

Viene specificato, inoltre, che per fucile scarico si intende l’arma che non contiene cartucce  nel serbatoio e nemmeno in camera di cartuccia, mentre per le distanze di sicurezza (150 metri dalle abitazioni) non sono da considerare gli edifici con il tetto crollato e non in ristrutturazione.

Confermato, infine, il riconoscimento formale della caccia con il falco (consentita dalla legislazione nazionale e regionale) per la quale valgono le disposizioni previste per l’attività venatoria alla fauna stanziale.

 

 

 

La Provincia ha nominato, nei giorni scorsi, i propri rappresentanti all’interno dei tre Ambiti territoriali di caccia (Atc) modenesi per i prossimi cinque anni. Gli Atc sono le strutture associative alle quali la legge regionale affida la gestione faunistica e l’organizzazione dell’attività venatoria nel territorio di competenza.

Per l’Atc Mo1 (pianura) sono stati nominati Giancarlo Martelli, Giorgio Bocca, Gian Paolo Ferrari e Giorgio Telli; per l’Atc Mo 2 (collina, media pianura e parte della montagna) i nomi indicati sono Aldo Magnoni, Maurizio Pivetti, Armando Gualmini e Francesco Lamandini; per l’Atc Mo 3 (montagna) i nominati sono Maurizio Micheli, Sotero Marasti, Simonetta Sassatelli e Fabio Malagoli.

Nel modenese i tre Atc hanno una dimensione complessiva di quasi 160 mila ettari; ogni Atc è governato da un’assemblea dei soci e da un Consiglio direttivo, l’organo di gestione, composto da 20 membri (in rappresentanza delle associazioni agricole, venatorie e ambientaliste), di cui quattro nominati dalla Provincia che devono avere competenze specifiche.

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