E’ il santo protettore dei comuni di Mirandola e, naturalmente, San Possidonio, che ne porta il nome e ne conserva le presunte reliquie. Fu vescovo di nazionalità greca e oriundo di Tebe. Ma sulla sua storia gli agiografi ancora disputano.
Poche sono infatti le notizie relative a Possidonio e, talvolta, si tratta di sovrapposizioni e confusioni con quelle relative ad un altro santo coevo e dal nome simile, Possidio, che fu biografo di Sant’Agostino. Ad ogni modo, per gli agiografi pare accertato che Possidonio nacque a Tebe, in Grecia, fra il IV e il V secolo d.C., in vita fu vescovo bizantino e divenne dopo la morte santo presbitero. Pare accertato che Possidonio non fu mai attivo nell’area in cui è venerato.
Perché allora è considerato patrono di Mirandola? Perché le sue (presunte) reliquie sarebbero state trasportate a Garfaniana, l’antico nome dell’area dell’attuale comune di San Possidonio, e conservate in un’urna di marmo rinvenuta nel 1769 nella locale chiesa parrocchiale (vedi a questo link). Scrive Antonio Borrelli sul portale specializzato Santiebeati.it: “In una cronaca medioevale della chiesa di S. Pietro di Reggio Emilia, si legge che il vescovo Azone (sec. IX) per concessione dell’imperatore Lodovico il Pio (778-840), trasferì dall’Apulia (antica regione d’Italia, comprendente la Puglia, la Penisola Salentina e il Beneventano) a ‘Curtis Latiana’ (nei pressi di Mirandola nell’Emilia), il corpo del santo presbitero Possidonio”.
Il culto del santo raggiunse l’apice ai tempi della Signoria dei Pico (1354-1708).