Cosa fa più male del terremoto? La paura? I danni? I ricordi persi? La burocrazia che ne consegue? E’ difficile fare una classifica del lutto in questi casi, ma contare i danni psicologici si può, lo si sta facendo anche in Emilia e serviranno per intervenire. Avevamo già raccontato che “nei tre mesi dopo il sisma abbiamo registrato un numero di decessi tra persone anziane pari a quello che normalmente registriamo in un anno” (leggi l’articolo) e che dopo il sisma sempre tra gli anziani si era registrato il 40% di patologie in più su ansia e depressione.
L’Asl di Mirandola sta lavorando a uno studio, fa sapere Repubblica, sullo stato di salute degli anziani terremotati. “Il monitoraggio si concluderà dopo l’estate, ma i primi risultati parlano chiaro: qui si registra un aumento dei decessi e i casi di depressione sono cresciuti del 40%. Il fenomeno è sensibile soprattutto tra pazienti “a livello cognitivo alto”. Tradotto: chi capisce di più, ha più probabilità di crollare. Viceversa uno studio analogo condotto tra pazienti con demenza avanzata dimostrerebbe che le conseguenze sono state minime. Sono dati che il dottor Andrea Fabbo, responsabile area anziani del distretto di Mirandola, ha presentato sabato scorso in un convegno, in collaborazione con l’Università”.
I numeri sono chiari: al punto di prima assistenza geriatrica, con otto posti letto e possibilità di ricovero fino a due giorni. Nei due mesi di attività, dal 29 maggio al 31 luglio 2012 sono stati accolti 149 anziani, età media 83 anni: il 70% evittima del “delirium da evento traumatico acuto”.
I problemi non sono limitati agli anziani. Secondo uno studio in collaborazione col Sert tra i giovani assistiamo ad un aumento di gioco d’azzardo patologico del 30%. Uno studio analogo condotto a L’Aquila da Paolo Evangelista parla di aumento dell’uso di cannabis e alcolici del 30%, di un più 40% delle malattie della tiroide. Lo psichiatra Massimo Casacchia diceva che il 70% degli aquilani aveva patologie psichiatriche dopo tre anni qui da noi la volontà di ripartire c’è, ma non possiamo nascondere la testa sotto la sabbia. Le catastrofi entrano nel dna e ci restano per almeno 50 anni.