Il Tar ha bocciato l’ordinanza del Comune di Finale Emilia che imponeva all’azienda Bianchini di San Felice di rimuovere tracce di amianto sul territorio. Non ci sono prove – hanno stabilito giudici accogliendo il ricorso – che a lasciare tracce di amianto di fronte al cimitero di Finale – dove la Bianchini aveva allestito dei container temporanei davanti al cimitero dopo il terremoto – sia stata proprio quella ditta: l’atto del Comune è illegittimo.
La sentenza è arrivata a Bologna martedì, si legge sul quotidiano Modena Qui e spiega che l’area interessata dai controlli, era priva di qualsiasi recinzione ed è stata oggetto di interventi o di accessi da parte di una pluralità di soggetti i quali, pur operando nelle aree in questione, non sono mai stati coinvolti negli accertamenti.
“Non vi è alcun dato o alcuna circostanza – spiegano i giudici di Bologna – che indichi, con un certo grado di attendibilità, la Bianchini quale autrice del fatto”.
Inoltre, segnala il Tar, l’ordinanza è stata emessa “senza alcun tipo di confronto o contraddittorio con gli interessati, ed è carente perchè non c’è stato accertamento delle posizioni emerse nella vicenda e quindi alla definizione della responsabilità a titolo di dolo o di colpa nei confronti della ricorrente, sicché anche il provvedimento ne risulta insufficientemente motivato e in sostanza contrastante con i rigorosi requisiti richiesti dalla legge”. L’ordinanza , dunque “deve ritenersi illegittima e quindi deve essere annullata”.
Il Comune è stato inoltre condannato al pagamento delle spese processuali che si aggirano attorno ai 3.000 euro.