Lui è Antonio Iovine, sanguinario boss del clan dei Casalesi che ha appena deciso di diventare collaboratore di giustizia e agli inquirenti sta raccontando molti dettagli su come funzionerebbero le infiltrazioni mafiose, anche al Nord. E coi giudici ha citato anche Cpl Concordia tra le aziende coinvolte, parlando in particolare di accordi per la concessione dei subappalti per la metanizzazione di alcuni Comuni campani. Affermazioni tutte da verificare, come sempre gli inquirenti fanno su quel che dicono i pentiti, ma che turbano molto.
“Ci fu un accordo con la Concordia, una società di Modena – ha detto Iovine ai magistrati, sentito come testimone in un processo -.
Poi decidemmo i subappalti. A Casale e a Villa Literno per il subappalto c’era Claudio Schiavone, a Casapesenna e a Villa di Briano Antonio Piccolo, a S.Cipriano Pietro Pirozzi e a Frignano Di Tella. Io mi accordati con Di Tella per 10 euro al metro per un guadagno di circa 300 mila euro. Questi lavori risalgono al 2002-2003 e durarono qualche anno».
Come riferisce Modena Qui, è la stessa Cpl a spiegare che quanto dice Iovine non è vero: “Noi siamo i concessionari della rete – spiegano dall’azienda -, poi i lavori vengono dati ad un appaltatore, al quale ovviamente chiediamo e controlliamo il certificato antimafia.
Insomma, dove andiamo facciamo lavorare le imprese locali, per favorire quel territorio. Ma i subappalti vengono gestiti direttamente dall’appaltatore».
Camorra, Iovine: “Accordo per i subappalti alla Cpl”. L’azienda di Concordia: “Tutto regolare”
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