“Partiamo dalla fine: domenica mi sono emozionato tantissimo alla presentazione del libro, sono anche rimasto sorpreso dalle attenzioni che mi avete riservato…..la foto col tubo… ecco,di quella voglio parlare“.
Così Davide Corazzari, che i nostri lettori hanno avuto modo di conoscere in una nostra trasmissione televisiva in cui è stato ospite, esordisce nello spiegare perchè per la mostra Questo No, che ha portato a bomporto le fotografie degli oggetti che sono stati salvati dall’alluvione (guarda) ha scelto di farsi rappresentare con.. un tubo di carta
“Vedevo persone che passavano in rassegna la galleria di foto e fermandosi davanti alla mia,aggrottavano le sopracciglia e si chiedevano cosa fosse quel tubo, cosa rappresentasse?
La versione che mi è piaciuta di più è stata: questo dall’alluvione non ha salvato un tubo! La realtà è ben diversa, ora vi racconto cosa per me rappresenta quell’oggetto.
Siamo quasi alla fine gennaio,la falla del Secchia viene chiusa e l’acqua finalmente si ritrae da casa mia (30 cm, molto più fortunato di tanti altri) e iniziamo a sfangare, lavare ed asciugare, cercando pazientemente e ostinatamente di salvare il più possibile.
Mi capita per le mani il famoso tubo, che era in realtà un rotolo di carta industriale, di quelli da coprire i tavoli ,e penso: perché no? Provo a salvarlo!
Ormai ero così testardamente preso dall’idea di recuperate tutto che neanche valutavo che quella era carta e che non aveva comunque nessun valore, quindi decido di dargli una pulita e lo metto al sole. Oh, dopo diversi giorni il rotolo si asciuga, e io contento lo riporto in casa.
Passano i giorni, nel frattempo nasce l’iniziativa delle magliette ‘Keep calm and call Borghi‘ che mi rapisce di tutto il tempo libero e non solo. L’attività culmina con la manifestazione in piazza a Bomporto, proprio il giorno in cui l’associazione porte vinciane, insieme a Stefano Puviani stanno fotografando le persone con i loro oggetti cari che hanno salvato dalla alluvione.
Quella mattina noi stavamo allestendo i vari gazebo e dovendo coprire un tavolo per lavorarci, mi diventa finalmente utilissimo il famoso rotolo di carta.
Mi faccio aiutare a stendere la carta, comincio a strotolare e… sorpresa!
La carta, dopo 2 giri di rotolo era finita, ce n’erano a malapena 70 cm… Sono un attimo sorpreso perchè per un istante ripenso a tutte le cure che gli ho dedicato per salvarlo, poi scoppio in una gran risata insieme ai ragazzi presenti.
E penso: “Siiiiii, questo è un segno, non posso aver speso questo tempo per una cosa inutile, è questo il mio oggetto per la foto ‘Questo no’, allora imbraccio il tubo e corro a farmi fotografare.
In sostanza quell’oggetto per me rappresenta l’ostinata caparbietà di non rassegnarsi mai, neanche davanti alla evidenza, e lo spirito comunque allegro e goliardico con cui ho affrontato questo disastro. Vi ringrazio ancora per avermi dato tanto (immeritato) spazio”.