La Regione Emilia-Romagna “valuterà, unitamente al Consorzio del Parmigiano-Reggiano, l’opportunità di procedere alla nostra costituzione di parte civile, a fronte di un rinvio a giudizio delle persone indagate e sulla base dei reati effettivamente contestati” nell’ambito dell’indagine relativa alla presenza di una quantità superiore ai limiti ammessi di aflatossine nel latte bovino destinato alla produzione del prezioso formaggio.
Ad annunciarlo è Tiberio Rabboni, assessore alle Politiche agricole, rispondendo questa mattina in Aula ad una interrogazione di Gabriella Meo (Sel-Verdi) che chiedeva alla Regione di rendere note le proprie intenzioni in merito all’indagine che ad oggi “coinvolge 67 persone, quattro delle quali poste agli arresti domiciliari, per i reati di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di falso in atto pubblico, alla commercializzazione di sostanze alimentari nocive e per tentata truffa aggravata alla ricezione di erogazioni pubbliche”.
Rabboni specifica poi che “nella proposta di Programma regionale di sviluppo rurale 2014-2020 inseriremo, anche a seguito delle osservazioni pervenute, la concessione di aiuti per il mantenimento della praticoltura estensiva e delle superfici a foraggere, con l’obiettivo di salvaguardare la biodiversità, contrastare l’erosione superficiale e favorire il sequestro del carbonio, diversificando il contributo per zone e per l’esistenza o meno di connessione con l’allevamento zootecnico”.
Latte contaminato, la Regione pronta a costitursi parte civile col Consorzio Parmigiano-Reggiano
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