L’altra sera a San Felice sul Panaro, per parlare di sisma e ricostruzione e cambiamento delle persone c’erano anche loro, i coniugi Belli di Concordia. Hanno raccontato tanto di quello che accade due anni fa, il dramma collettivo del terremoto e il dramma personale della perdita improvvisa di un figlio.
Parole che non si sono perse in quella sera di giugno, che il conduttore della serata, Fabrizio Binacchi, ha voluto riportare in un articolo che vuole raccontare “come da un sistema di collettività si passò ad una dimensione di comunità più aggregata“, mentre ancora oggi chi ripercorre “quelle ore, quei giorni (vede) che sono ancora lì, a fior di pelle, come sensazioni epidermiche e come graffi profondi“.
Ed eccola la storia di accoglienza e solidarietà dei coniugi Belli, una storia che dimostra che “quando il dolore apre le braccia“, cambia “profondamente cuori e rapporti, il bisogno e la solidarietà rigenerano connessioni e relazioni“.
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