A fronte della crisi di mercato che da inizio anno investe il comparto, con quotazioni scese di oltre 1 euro al chilo, il Consorzio del Parmigiano Reggiano farà scattare a giorni il ritiro di 90.000 forme di produzione 2013, che rappresentano il 2,75% della produzione dello scorso anno. La misura, varata dal consiglio di amministrazione del Consorzio, punta a salvaguardare il reddito dei produttori, tutelando dalle crescenti difficoltà allevatori e caseifici.
“Questo primo provvedimento – spiega all’Agi il presidente del Consorzio, Giuseppe Alai – e’ stato assunto a fronte di una produzione sostanzialmente stabile (da ottobre 2013 a maggio 2014 si registra, anzi, un calo pari a 3.000 forme), di un export segnato da un buon trend (+4,8% nel primo trimestre 2014), ma da una situazione congiunturale pesante che interessa le vendite sul mercato interno, conseguenza della condizione generale particolarmente difficile per i consumi alimentari in questi primi mesi del 2014″. “A questo primo ed immediato intervento – prosegue Alai – seguirà il rilancio di azioni più strutturali, che vanno ad affiancare quei piani di regolazione dell’offerta che hanno già mostrato la loro incidenza sull’andamento della produzione”. In particolare, il Consiglio del Consorzio del Parmigiano Reggiano rafforzerà le azioni promozionali per le vendite sul mercato interno sia attraverso la grande distribuzione che con le vendite dirette all’interno dei caseifici, proseguendo anche nella lotta alla contraffazione del prodotto”.
Ritirate dal mercato 90 mila forme di Parmigiano Reggiano
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