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Tasse dei terremotati, il Ministero può revocare le richieste

da | Giu 5, 2014 | In Primo Piano, speciale terremoto, Ultime news | 0 commenti

Le richieste che arrivano in queste ore ai terremotati di pagare le tasse arretrate a partire dal 30 giugno creano allarme, rabbia e preoccupazione. Si chiedono somme alte, anche di 100 mila euro quando ancora a due anni dal sisma 7 imprese su 10 non hanno ricevuto un euro di rimborso danni. E chiedere le vecchie tasse – mentre naturalmente si pagano anche quelle correnti – è vissuta come una ingiustizia bella e buona. In realtà abbiamo spiegato che non si tratta di un abuso, ma di una scelta precisa fatta da Cassa depositi e prestiti e Abi. Irrevocabile? Forse no.

Infatti Cdp e Abi hanno semplicemente applicato alla lettera le istruzioni del decreto che trattava la proroga della sospensione tasse. L’articolo 3 bis della Legge 50 del 28/03/2014 al comma 1 illustra “… per i finanziamenti contratti ai sensi dell’articolo 11, …. omissis, la restituzione del debito per quota capitale al 1º gennaio 2014, comprensivo della rata non corrisposta alla scadenza del 31 dicembre 2013 ai sensi del comma 2 del presente articolo, può essere differita, previa modifica dei contratti di finanziamento e connessa rimodulazione dei piani di ammortamento, per un periodo non superiore a due anni, non ulteriormente prorogabile, rispetto alla durata massima originariamente prevista“.

Comma 2 “La rata per capitale e interessi in scadenza il 31 dicembre 2013 è corrisposta nell’ambito del piano di ammortamento
dei finanziamenti rimodulato ai sensi del comma 1“.

Tradotto: il debito alla data del primo gennaio 2014 (compresa la rata  31 dicembre 2013 non pagata) può essere restituito con una proroga di massimo due anni, rimodulando i piani di ammortamento dei finanziamenti, cioè quello che in gergo tecnico si chiama “Rinegoziazione del debito”. Che è esattamente la proposta contenuta nelle lettere che le banche stanno inviano agli imprenditori: rimodulare il debito: sempre e comunque, però, partendo dal 30 giugno, di lì non si scappa. Rimodulare, non sospendere.

Il punto è che se la volontà del legislatore stava nel far cominciare a pagare le tasse dal 31 dicembre 2015 (che fa una bella differenza), la legge andava scritta in modo diverso, più esplicito. Messa giù così, Cdp e Abi non hanno che applicato alla lettera questa legge.

Solo un organo può intervenire da un livello superiore di Cdp e Abi in maniera veloce e immediata, ed il Ministero dell’Economia,  che potrebbe, molto agilmente, emanare una circolare ministeriale che espliciti che  le banche devono rinviare la restituzione della prima rata al  31 dicembre 2015.

La circolare interpretativa arriverà dal Ministero? Staremo a vedere.

 

Per saperne di più…

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