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“Alluvione disastro annunciato”. E Coldiretti chiede la testa delle nutrie

da | Lug 10, 2014 | Alluvione | 0 commenti

“Quello di Modena è stato un disastro annunciato. A più riprese abbiamo denunciato il problema della diffusione degli animali, in particolare le nutrie, altamente prolifiche, che si stanno diffondendo senza controllo perché privi di antagonisti. Abbiamo chiesto con chiarezza di definire una specifica strategia di prevenzione che preveda un piano di abbattimento per evitare la diffusione a dismisura degli animali che scavano tane negli argini”. E’ il commento di Mauro Tonello, presidente regionale di Coldiretti, sugli esiti della Commissione alluvione che imputa alle tane la causa del cedimento del Secchia.

Tonello punta il dito in particolare sulle “nutrie, altamente prolifiche” e prive “di antagonisti predatori nel nostro Paese”, ribadendo la richiesta di “un piano di abbattimento per evitare la diffusione a dismisura degli animali che scavano tane negli argini. La loro riproduzione è ormai fuori controllo e stanno mettendo a rischio non solo l’ambiente e le attività agricole, ma la stessa sicurezza dei cittadini, come purtroppo abbiamo dovuto dolorosamente constatare proprio nel caso dell’alluvione di Modena dove una persona è morta”. L’auspicio, conclude, è di “non dover attendere altri disastri e altri morti” e dare il via ai “piani per liberare fiumi e canali della loro presenza. Un primo intervento, ad esempio, dovrebbe essere di mettere gli agricoltori, capillarmente presenti e buoni conoscitori del territorio, in condizione di abbattere gli animali nocivi”.
“Non si tratta di nutrie ma di tassi, volpi e istrici, insediati in questo territorio soltanto da qualche anno a questa parte”. Lo precisa il professor Luigi D’Alpaos, in una nota diffusa dalla Giunta regionale dopo la presentazione in commissione Territorio e Ambiente dell’esito del lavoro della Commissione scientifica da lui presieduta sulla rottura dell’argine del Secchia, che ha giudicato “determinante ai fini del collasso” la presenza negli argini di un vasto reticolo di tane. Animali che rappresentano “un fenomeno emergente”, nuovo dunque, rispetto al problema conosciuto delle nutrie, per il quale realtà come Coldiretti anche oggi sono tornate a chiedere un piano di prevenzione e di abbattimento.

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