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Gas Rivara, torna la coppia Giovanardi & Boschi

da | Lug 7, 2014 | In Primo Piano, Ultime news | 1 commento

I due, Carlo Giovanardi e Enzo Boschi, fanno coppia sodale da tempo sulla questione nota nella Bassa e che riguarda la realizzazione di un deposito gas a Rivara, frazione di San Felice sul Panaro. Posizione che non si è mai nascosta come favorevole, che è stata reiterata anche recentemente da Giovanardi.

Ora è arrivato il rapporto Ichese e la sperimentazione al Cavone a riportare le luci della ribalta sul deposito gas di Rivara, e mentre l’azienda che vuole realizzarlo e i comitati affilano le armi per la prossima battaglia legale, una curiosa e-mail sta girando in questi giorni sul web.

La manda come mittente Popolari Liberali, una corrente del Nuovo Centrodestra che ha come leader il senatore Carlo Giovanardi,  e l’oggetto è “Terremoto: l’articolo di Enzo Boschi”.
Ecco un estratto del testo

Misteri del terremoto in Emila. Ora anche cinque comitati chiedono si faccia
chiarezza.

di Enzo Boschi*

Notizia freschissima! I Comitati “Ambiente e Salute”, “Terrambiente Sottosuolo”, “Ferrara
Sottosuolo”, “Riprendiamoci il Pianeta” e i “No-Triv” hanno presentato un esposto presso le
Procure della Repubblica di Modena, Ferrara, Mantova, Reggio, Rovigo e Bologna “per chiedere di
fare chiarezza su ciò che è avvenuto realmente sul nostro territorio”.
Si riferiscono a quanto è successo nella Bassa Emiliana a partire dalle scosse del 20 e 29 maggio
2012. Difficile negare che di cose strane e incomprensibili se ne siano verificate non poche.
Non c’è alcun dubbio che noi cittadini dobbiamo essere compiutamente, tempestivamente e
dettagliatamente informati su quanto avviene e si intende fare nel territorio dove viviamo. E che è
nostro diritto esprimere le nostre valutazioni.
Aiutare i cittadini in questo senso dovrebbe essere un ruolo fondamentale delle istituzioni
scientifiche, ma queste talora sembrano dimenticarlo, sicché accade che mentre plaudono alla
comunicazione finiscano poi per restare stranamente taciturne.

(…)
Qui vorrei ricordare solo i “misteri” di tutta questa vicenda anche per aiutare, molto modestamente,
le Procure chiamate a occuparsi di problemi che dovrebbero essere risolti serenamente e
professionalmente in seno alla Comunità scientifica e da coloro che ci amministrano.

Perché e come mai solo un giornalista inglese, per quanto bravo, sia stato in grado di leggere un
rapporto che può avere serie conseguenze per la vita di una Regione e per le attività industriali di un
intero Paese? Perché tutti gli altri organi di informazione nazionale sono stati tenuti all’oscuro?
Certamente il giornalista non rivelerà mai le sue fonti ma, ci si chiede, chi era a conoscenza del
rapporto e quindi in grado di fornirglielo?

Perché il rapporto, consegnato in febbraio alla Regione, viene tenuto riservato per un paio di mesi e
viene mostrato, forse malvolentieri, solo dopo l’uscita di Science?
Chi ha determinato la composizione della Commissione, di cui fa parte anche un funzionario del
Ministero delle Infrastrutture e dello Sviluppo Economico (MISE)? In altre parole, su quali basi
sono stati scelti i membri della ICHESE? E come se ne possono verificare le competenze necessarie
per affrontare un problema tecnicamente tutt’altro che banale?

Chi ha formulato i due quesiti posti alla ICHESE?
Perché fra le possibili cause delle scosse viene messo il progetto di un deposito a Rivara?
Da quando in qua un progetto, cioè idee rappresentate su fogli di carta, può generare terremoti?

Perché, quando è stato finalmente reso pubblico il rapporto ICHESE, un membro autorevole del
Governo Regionale si è vantato, non senza enfasi, di aver impedito la creazione del deposito a
Rivara?Se la creazione del deposito è stata impedita, perché ipotizzare che un deposito (che non c’è) possa
aver determinato due scosse di magnitudo 6?
Siccome è ragionevole pensare che i nostri amministratori siano dotati di logica, che cosa si è
cercato inutilmente e confusamente di dire o di nascondere?

Perché il rapporto ICHESE dichiara che il potenziamento dello sfruttamento dell’energia geotermica
nel ferrarese non può essere causa delle scosse anche se nessuno aveva posto il problema? Con
questa dichiarazione si cerca forse di “mettere le mani avanti” per favorire qualcuno?
Come e perché consulenti provinciali impediscono la creazione di un sistema di monitoraggio
attorno a Rivara per caratterizzare la zona prima di prendere decisioni sul deposito, sostenendone
l’inutilità per capire la tettonica dell’area? Uno di essi è anche membro della Commissione Grandi
Rischi che il 5 giugno, tramite il Presidente del Consiglio Mario Monti, lancerà un allarme tanto
tardivo quanto inutile.

Perché il MISE prima ha scelto con tanto di decreto Rivara come possibile deposito,
incoraggiandone lo sviluppo e in particolare (assieme al Ministero dell’Ambiente) il sistema di
monitoraggio e poi un suo funzionario, membro di ICHESE, sembra dimenticarsene?
Come spiegano i consulenti provinciali, che adesso ICHESE sostiene con forza. la necessità di un
sistema di monitoraggio (sei anni dopo, con sei anni di dati persi)?

I consulenti provinciali erano contrari a quello (ottimo) proposto, forse soltanto perché ne erano
stati esclusi? È forse questa la ragione per la quale scrivono a Senatori della Repubblica lettere
denigratorie nei confronti di chi aveva proposto il monitoraggio quattro anni prima degli eventi?
Cercano di far dimenticare questa gravissima e dannosa interferenza?
Perché il rapporto ICHESE, scritto in un brutto inglese, è sostanzialmente incomprensibile sul piano
scientifico anche agli addetti ai lavori?
Perché il rapporto ICHESE non è stato redatto in italiano e in maniera che un qualsiasi cittadino di
media cultura e buona volontà potesse leggerlo e farsi un’idea?
 (…)

Perché la Regione non ha recepito le indicazioni della Mappa di Pericolosità Sismica, pubblicata
sulla Gazzetta Ufficiale a partire dal 2003, che avrebbe consentito una più seria coscienza del
rischio sismico nella Bassa Emiliana e, per esempio, una più rigorosa costruzione dei capannoni?
Perché e chi ha fatto girare la voce assurda, poi rientrata, che la nuova Mappa di Pericolosità
Sismica sottovaluta la sismicità emiliana?
Come si è arrivati a sostenere che si faceva il fracking di nascosto, malgrado l’estrema e
appariscente tecnologia necessaria? Perché la Regione non ha smentito, sapendo che da noi le rocce
non hanno le caratteristiche chimiche necessarie? Forse perché mal consigliati da qualcuno,
chiaramente non all’altezza? E’ forse per la stessa ragione che un gruppo di deputati emiliani ha
presentato una inadeguata proposta di legge contro il fracking?
Come è possibile credere che le estrazioni petrolifere al Cavone provochino un terremoto a 20 km
di distanza e, invece, una settimana dopo, un terremoto vicinissimo proprio al Cavone, più o meno
della stessa entità? Non dovrebbe essere il contrario? Non basta questo a stabilire che le estrazioni
al Cavone non hanno provocato i terremoti?
Come si stabilisce scientificamente che una faglia è in procinto di generare un sisma, come
pretenderebbero di sapere i membri dell’ICHESE? Essi sarebbero, conseguentemente, anche capaci
di prevedere i terremoti?
Accettando ipoteticamente l’idea che l’estrazione petrolifera influisca sui terremoti, come si fa a
stabilire che li anticipa e non li ritarda?

Perché il coordinatore del settore sismico della Grandi Rischi ha partecipato ai lavori della
ICHESE? E perché ha fatto un sopralluogo al Cavone, indicandolo forse come possibile
responsabile delle scosse? Se ha tanta conoscenza della zona, perché non ha dato nessun tipo di
indicazione dopo la scossa del 20 maggio? Perché immediatamente dopo quella scossa non si riunì
la Grandi Rischi? Perché si riunì solo il 5 giugno, a sequenza sismica sostanzialmente conclusa,lanciando un allarme patetico, tardivo e un po’ ridicolo? 

(…)
Se si è sbagliato, semplicemente lo si ammetta.
Perché non è possibile accedere ai verbali degli incontri ufficiali fra ICHESE e le istituzioni
scientifiche che sono state ascoltate, come si evince da un comunicato stampa del MISE molto pubblicizzato? Che cosa contengono quei verbali?

Da mesi si discute di questo rapporto ICHESE, che dice cose incomprensibili in risposta a domande
prive di senso: si sa che a Rivara non c’è alcuna attività, ma ci si chiede se il niente possa generare
un terremoto. Poi si tira fuori dal cilindro il Cavone che, contrariamente al banale buonsenso,
dovrebbe aver generato prima un terremoto lontano e poi uno vicino.

Forse si vuol sviare l’attenzione dal fatto che non sono state recepite le nuove indicazioni in materia
di sicurezza sismica, che è un tipico compito della Regione? O si vuole forse far dimenticare il
mancato allarme dopo la prima scossa? Siamo d’accordo che se un allarme si è dato quindici giorni
dopo la prima scossa, si poteva dare molto più ragionevolmente e utilmente lo stesso giorno in cui si
è verificata? Le due cose, allarme tardivo e ICHESE, sono intimamente legate?
Visto che i personaggi in gioco sono sempre più o meno gli stessi, si può pensare che ci troviamo di
fronte ad un brutto esempio di “sinergia”?
Se qualcuno pensa di essere furbo, fa un grave errore. I cittadini sono molto più attenti e smaliziati
di quanto si possa immaginare.

*Geofisico

 

P.S.: si ricordi sempre che, se gli edifici fossero stati ben costruiti, nel 2012 ci sarebbe stata solo
una gran paura, che oggi sarebbe dimenticata. Invece, noi cittadini non sappiamo a chi dare retta e
la confusione sta aumentando.
Sull’ultimo numero del settimanale L’Espresso, si può leggere un breve articolo da cui si evince che
coloro che devono stabilire i criteri per la scelta del sito ove immagazzinare i rifiuti radioattivi
hanno fatto sì che solo la Sardegna abbia le caratteristiche giuste. Amici sardi, occhio! L’enorme
quantità di denaro per fare e disfare le centrali nucleari è stata spesa tutta nel continente. Voi
rischiate di avere solo i rifiuti!
Se ci sono ”furbetti” e quale ruolo hanno giocato, anche questa è una delicata questione che vale
la pena approfondire. Ne riparleremo presto.

 

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