Come avevamo preannunciato qualche giorno fa, per fine agosto è prevista la chiusura dei map, i moduli provvisori che da più di un anno ospitano più di 2 mila persone che nel terremoto hanno perso tutto. Sulla questione interviene il Comitato Sisma 12.
Ecco cosa scrive:
“Della annunciata chiusura dei MAP se ne parla da un po’ alimentando un dibattito sui proclami (ma con la non-ricostruzione ci siamo abituati) e , quel che è peggio, le paure di chi nei MAP, giocoforza, deve starci perchè non ha altro posto dove andare.
Diciamo subito che, secondo noi, è giusto che i MAP vengano chiusi, perchè non è una scatola di plastica e cartongesso ciò che noi di SISMA.12 intendiamo per Ricostruzione, e diamo per acquisito che nessuno sarà buttato in strada senza che prima sia stata fornita una soluzione possibile perchè, altrimenti, saremo lì, in tanti, ad impedire che ciò accada.
Quello che ci chiediamo è: perchè ora? Cosa sarebbe cambiato per considerare realizzabile oggi la promessa fatta da Errani all’indomani del sisma (“qui nessuno finirà nei container”) ?
I Comuni in questi due anni si son dotati di case popolari in numero sufficiente ad accogliere, pur se temporaneamente, anche i terremotati che ne avessero bisogno?
E se, dal punto di vista della ricettività, non è cambiato nulla, cosa fa credere, a Bologna, che quei proprietari di alloggi sfitti che non li avevano concessi in locazione ai terremotati, all’indomani del sisma, li concederanno oggi?
Oppure questo vuol dire che, per la Regione, i Sindaci, a suo tempo, non sono stati abbastanza convincenti (non se la son sentita di requisire gli alloggi sfitti) e questa mancanza di decisione ci ha fatto buttare letteralmente nel cesso i soldi pubblici serviti per i MAP?
Davvero?
Probabilmente l’unica risposta plausibile la troveremo leggendo tra le righe delle ordinanze 32 e 33.
Comitato SISMA.12
incontentabile e anche un po’ perplesso”