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Medolla: tenta il suicidio, salvata dalla polizia

da | Lug 4, 2014 | In Primo Piano, Mirandola, Medolla, Lo sai che... | 2 commenti

Ha scelto Medolla, un albergo dove non conosceva nessuno, per imbottirsi di droga e alcol e, tagliandosi le vene, dire addio alla vita. Ma è stata salvata in extremis dalla polizia di Mirandola la donna che ieri sera è stata trovata all’Hotel “La Cantina”, dove lei si era rifugiata dopo essersi allontana da una casa di cura psichiatrica e che aveva manifestato intenti suicidi.

Giunti immediatamente sul posto  i poliziotti che, si legge in un comunicato stampa della polizia “contattavano l’addetta alla reception che spiegava che la donna era lì fin dalla mattina e non era stata più notata scendere dalla camera né tantomeno aveva risposto alle chiamate che l’addetta le aveva precedentemente effettuato una volta avvisata di quanto in argomento.

Una volta riusciti ad aprire la porta della camera, alla vista degli agenti si presentava un letto con al di sopra un taglierino tipo cutter e numerose macchie di sangue sulle lenzuola e, constatato che in quell’area la donna non era presente ci si portava immediatamente nell’attiguo locale bagno ove veniva ritrovata esanime a terra.

La signora presentava delle ferite da taglio sia alle braccia che al collo, chiaro segno di tentativi suicidari non andati a buon fine ma, essendo che la stessa non rispondeva alle prime sollecitazioni degli operanti, si intuiva che aveva potuto ingerire medicinali o altre sostanze che l’avevano condotta nello stato di profondo torpore in cui versava ed il primo riscontro a ciò, veniva dato dalle numerose scatole di medicinali che venivano rinvenuti nel cestino lì presente, tutte riconducibili a sostanze antidepressive  tutte con i relativi blister vuoti e probabilmente assunti con alcool ancora presente sul tavolo della camera;.

Subito sono interveniti i sanitari del 118, con manovre di primo soccorso volte al risveglio della donna che, dopo diversi tentativi, apriva gli occhi e cominciava a rispondere alle sollecitazioni degli operanti che, intanto, la stabilizzavano in posizione meno supina, mediante l’ausilio dei cuscini presenti nella stanza al fine del mantenimento del seppur flebile stato di veglia.

I circa 20 minuti successivi venivano impiegati dagli operanti al mantenimento della seppur precaria condizione psicofisica, sufficiente all’arrivo dei sanitari che immediatamente le praticavano le prime necessarie cure del caso.

Con i sanitari si constatava come la donna avesse ingerito molte dosi dei predetti medicinali e, dopo le prime cure del caso volte a stabilizzarne le condizioni di salute, la stessa perdeva i sensi e  – chiude il comunicato della Polizia – veniva pertanto trasferita presso il Policlinico di Modena”.

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