A poche ore dalla richiesta ufficiale di candidatura partita da un gruppo di amministratori Pd della Bassa terremotata, Palma Costi scioglie le riserve e annuncia di essere disponibile per la corsa a candidato presidente della Regione.
Ancora non sono tramontate del tutto le ipotesi che il 28 settembre ci siano le primarie per scegliere chi sarà il candidato effettivo, perchè in questi giorni si punta a definire una candidatura condivisa su Daniele Manca, sindaco di Imola, gradito in primis all’ex governatore Vasco Errani. Ma la situazione è fluida, per questo la Costi va ad aggiungersi ai tanti che hanno dato disponibilità alla corsa all’interno del partito, dal professor Balzani al professor Bianchi alla vicepresidente della regione Simonetta Saliera.
Ecco cosa scrive Palma Costi, attuale presidente dell’Assemblea Legislativa regionale originaria di Camposanto.
“Offro la mia disponibilità per un progetto per l’Emilia-Romagna: piena occupazione e benessere delle nostre comunità
Do la mia disponibilità per un progetto di Regione che guardi in primo luogo ai cittadini dell’Emilia-Romagna, la nostra prima vera, grande ricchezza, e per la partecipazione alle primarie del centrosinistra, accogliendo così l’appello dei giovani amministratori e le sollecitazioni dei tanti che in queste settimane mi hanno chiesto di esserci. E sono pronta a farlo a favore delle tantissime competenze, eccellenze ed esperienze che tuttora rendono unica e forte l’Emilia-Romagna: energie positive che ci sono, nella società civile e nelle istituzioni, e che vanno liberate per innovare, includere, coinvolgere, per il rilancio degli investimenti, pubblici e privati, e la riforma della macchina regionale, nel nome del merito, dell’efficienza e dell’efficacia della risposta a cittadini e imprese, che deve arrivare in tempi rapidi e certi.
Lo ripeto: i cittadini sono la nostra prima e vera ricchezza. Per questo penso ad una Regione che ha una visione e un progetto che pongano costantemente e strutturalmente nell’agenda del fare la salute, il lavoro e le imprese, l’ambiente, la scuola, la ricerca e l’innovazione, la parità di genere.
Penso a una Regione che dice no ai tentativi sempre presenti di un nuovo centralismo statale ma che sa evitare il rischio di un centralismo regionale: l’Emilia-Romagna deve far leva sulla forza dei suoi territori ma deve muoversi secondo una logica di ‘Sistema Regione’, forte dei suoi quattro milioni e mezzo di cittadini, deve essere capace di decidere e programmare secondo ambiti ottimali (servizi, fiere, aeroporti, welfare) ed essere in grado di accrescere la competitività rispetto ad altre realtà geografiche, di ottimizzare le risorse e creare quindi le condizioni per attrarre investimenti e poter puntare con forza sull’internazionalizzazione.
Penso a una Regione europea che sa essere interlocutrice con il mondo perché consapevole delle sue caratteristiche identitarie e delle sue potenzialità (a iniziare dal manifatturiero, dall’agro-alimentare, dal turismo, dal welfare), a una Regione che semplifica il proprio quadro istituzionale e decisionale e crea le condizioni per nuovi investimenti e nuovi posti di lavoro, soprattutto per i giovani e le donne.
Penso a una Regione che sa riportare su tutto il territorio regionale le pratiche positive sviluppate nelle aree del terremoto (dalla sicurezza sismica all’assistenza, dalla ricostruzione a un quadro normativo prima assente a livello nazionale), a una Regione che, consapevole del dissesto idrogeologico in atto, vara un grande piano di manutenzione del territorio (con una forte attenzione alla montagna e alla Costa) e che fa del proprio ambiente naturale, del patrimonio storico e artistico e della sua cultura il punto di forza per una crescita intelligente e sostenibile.
Penso a una Regione che prosegue nella riduzione dei costi di funzionamento e che destina maggiori risorse, con anche nuove modalità, a scuola e formazione, ricerca e innovazione, perché non vuole sprecare intelligenze, soprattutto dei giovani; una Regione che si impegna affinché si crei nuova e buona ricchezza, partendo dalle tante imprese di ogni comparto, e che si impegna a redistribuire la ricchezza in modo equo, nei territori e nelle comunità locali.
Penso ad una Regione che forte della legge di parità appena approvata la attua con politiche e programmi conseguenti, non solo nell’interesse delle donne ma di tutti, a iniziare da ragazze e ragazzi.
Penso a una Regione consapevole del suo ruolo nazionale, in grado di interloquire positivamente sui processi di riforma in atto e capace di contribuire alla rinascita del Paese.
Idee che approfondirò e integrerò nell’ambito di un confronto che deve essere programmatico, libero e aperto“.