Luce
La gloria è connessa alla visibilità in un senso preliminare, che non significa semplicemente ricerca di risalto sotto le luci della ribalta, ma fa riferimento a un potere attrattivo che la luce possiede in quanto condizione di visibilità e meta di ogni desiderio di elevazione
“La Gloria del Santo. Vita, culto e immagine di San Geminiano” raccoglie in due sale dei Musei del Duomo di Modena preziosi oggetti di corredo e di culto, codici miniati, dipinti, statue che attestano la vicenda biografica e la devozione popolare per il santo, indicandone la trasfigurazione gloriosa e luminosa nell’Alto dei cieli (Modena, Musei del Duomo, curatrici: Giovanna Caselgrandi, Francesca Fontana, Simona Roversi).
Uno sfavillio d’oro e di santità è quello creato da Francesco Carone: con “Volta. Atlante delle aureole” ha riprodotto in un libro in copia unica e rilegato ad album il ciclo giottesco di affreschi della Cappella degli Scrovegni, cancellando tutto fuorché le aureole, che brillano come in un firmamento di cerchi d’oro (Modena, Biblioteca Delfini, a cura di Galleria Civica di Modena).
Alla controversia scientifica sulla natura fisica della luce che alla fine del Seicento contrappose Newton e Huygens sono dedicati i laboratori di “Arduo mettersi in luce”, in cui i visitatori potranno replicare esperimenti scientifici e rendersi conto di come la gloria sia risultato della verificabilità delle idee (Modena, Biblioteca Delfini, a cura di Biblioteca Delfini e Università di Modena e Reggio Emilia, venerdì 12, sabato 13 e domenica 14, ore 15-20).
La luce come condizione di visibilità, nel rapporto artistico tra immagine fotografica e immagine video, è al cuore di “Remain in light”, la mostra di video e foto con cui Filippo Luini e Valentina Sommariva, azzerando suoni e temporalità, indagano due contesti di vita quali una discoteca e una piscina pubblica (Modena, Galleria Metronom/Fuorimappa, curatrice: Marcella Manni).
Alla visibilità, alludendo metaforicamente soprattutto a quella sociale, è dedicata anche “Luccicante informe” di Valentina Maddalena Lugli, che allestisce cinque installazioni attorno a una fonte luminosa per giocare sulla dialettica tra il mettersi in luce e l’essere riflesso nello sguardo altrui, suggerendo che l’autenticità sia sempre nascosta dietro la superficie, come qui fanno cinque oggetti collocati sul retro di ciascuna installazione (Modena, Galleria Carteria +, curatrici: Chiara Gibertini, Francesca Novi, Luana Ottani).
Altrettanto luccicanti sono i costumi da re e regine che adulti e ragazzi faranno sfilare in una parata estrosa e regale, fai-da-te e take-away: “Fai da te e sarai Re” (Modena, sabato 13, ore 16, Piazzetta de’ Servi, a cura di: Porta Aperta).
Vite spettacolari
Nella società mediatizzata la messa in scena di sé è alla portata di tutte le personalità in cerca d’autore e rende possibile una sempre incompiuta emulazione delle celebrità, modelli tanto effimeri quanto pervasivi che l’industria dello spettacolo, ormai tracimata anche nel mondo dello sport e della politica, mette incessantemente a disposizione
Non solo ideatore di campagne pubblicitarie che hanno avuto impatto planetario, ma anche conoscitore da vicino delle celebrità e dei loro tratti caratterizzanti, Oliviero Toscani discuterà di “Fotografia e celebrità” raccontando come si costruisce un’immagine che possa circolare e imporsi, in un andirivieni tra riflessioni teoriche ed esperienze personali (Sassuolo, Piazza Garibaldi, domenica 14, ore 21).
Celebre ma “anti-divo”, talentuoso cantautore di successo e autore di testi di grande intensità poetica, Samuele Bersani, sollecitato dall’editor Francesco Anzelmo, si concederà a tutto campo in una conversazione sulle glorie musicali che ha incrociato durante la sua carriera, ed eseguirà dal vivo alcuni dei suoi brani più significativi (Modena, Piazza Grande, sabato 13, ore 22).
Essendo la celebrità legata soprattutto alla riconoscibilità di un volto (processo in cui la fotografia e la riproducibilità hanno giocato un ruolo determinante), è interessante osservare come, fin dagli inizi del Novecento gli album di figurine con i ritratti di grandi personalità abbiano creato dei veri e propri testimonial ante litteram, fissando un modulo iconico che si è poi enormemente diffuso nel corso del secolo. È questo il tema della mostra “Celebrity. Icone in figurina” realizzata dal Museo della Figurina con la produzione della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena (Modena, Museo della Figurina, curatrice: Paola Basile).
Nel laboratorio “Celebrity Test” collegato alla mostra si potrà giocare a scoprire, con un semplice test, a quale celebrità corrisponde la propria personalità (Modena, Museo della Figurina, sabato 13 e domenica 14, ore 16-18, curatrice: Elena Bergonzini).
Due mostre a cura della Galleria D406 fedeli alla linea ripercorrono la fortunata stagione dell’animazione modenese, che ha segnato il fumetto, il cinema e la pubblicità. Sotto il titolo comune “Da Carosello a Supergulp!”, nella sede della Galleria e presso il Complesso San Filippo Neri, le mostre presentano il lavoro di autori quali Paul Campani, Secondo Bignardi, Bonvi, Renato Berselli e Guido De Maria, con i personaggi che sono entrati nelle case di tutti gli italiani, da Nick Carter alle Sturmtruppen, da Giumbolo a Miguel son mì.
Tra i più gloriosi direttori d’orchestra della nostra epoca, la figura di Claudio Abbado verrà ricordata in “Non chiamatemi maestro. Ricordi di Claudio Abbado”, con testimonianze di abbadiani di spicco come i musicisti Luca Bacelli, Massimiliano Canneto, Federica Vignoni e la proiezione di un film documentario. Conduce la serata Angelo Foletto (Modena, Auditorium Biagi, sabato 13, ore 19, a cura di: Fondazione GMI, sede di Modena).
Sempre la Fondazione GMI, sede di Modena cura anche “Quartetti di nobiltà. Musiche da Beethoven e Bartók”, il concerto delQuartetto d’archi Mirus che percorre tutte le forme possibili di glorificazione, encomio, nobilitazione interne ed esterne al linguaggio musicale (Modena, Auditorium Biagi, sabato 13, ore 22).
Tra i personaggi che nel Novecento sono ascesi a una celebrità senza confini vanno annoverati certamente gli eroi del calcio, di cui “Futbòl. Canzoni e racconti da “Storie di calcio” di Osvaldo Soriano”, nell’interpretazione di Peppe Servillo, Natalio Luis Mangalavite e Javier Edgardo Girotto, narra sogni di gloria ed epiche imprese, gioie e delusioni, spirito di squadra e assoli dei fantasisti (Sassuolo, Piazza Garibaldi, venerdì 12, ore 21,30).
Una forma eccentrica di celebrità, a sua insaputa, è quella di cui ha goduto Sixto Rodriguez, il cantante folk di Detroit che, dopo il flop negli States, tornato a fare l’operaio edile, è divenuto con le sue canzoni un’icona del movimento anti-apartheid in un Sudafrica all’epoca talmente isolato dal mondo da non far nemmeno trapelare questa straordinaria storia di popolarità musicale. Il documentario premio Oscar “Searching for Sugar Man” di Malik Bendjelloul racconta questa storia unica e commovente (Carpi, Auditorium Loria, sabato 13, ore 21).
La costruzione pianificata della celebrità mediante strategie di marketing, alla base non solo del mondo del spettacolo, ma anche di quello dell’arte, è il tema di “Gloria P. Dispositivo di visibilità”, la mostra di Mauro Barbieri in cui, mediante l’utilizzo di strumenti che vanno dalla fotografia alla pittura, dalla grafica ai video, includendo la creazione di gadget ad hoc, di un sito internet e di profili personalizzati sui social network, una donna realmente esistente viene tramutata in personaggio (Modena, Galleria ArtEkyp, curatore: Fulvio Chimento).
Celebrità improvvisa e virale è quella regalata dalla rete e dai social media, come è accaduto allo youtuber modenese Francesco Sole, campione di visualizzazioni, che in “La celebrità all’epoca di Youtube”, sollecitato dall’editor Beppe Cottafavi, presenterà le sue riflessioni scanzonate su un’epoca e una generazione (Sassuolo, Piazzale della Rosa, domenica 14, ore 19,30).
Medesima trasformazione di persone comuni in “celebrità” è quella operata da “2B a… Star”, il percorso sensoriale lungo un red carpetallestito dalle superpremiate costumiste Francesca e Roberta Vecchi: il pubblico percorre la passerella fino al palco in cui riceve la proprio statuetta, in un’atmosfera da notte degli Oscar, immersi tra costumi e materiali da set cinematografici, con un gioco di video che mischia premiazioni reali dell’Academy a quelle finte della serata (Modena, il posto).
La transitorietà della celebrità contemporanea, nella sua forma autoreferenziale diffusa soprattutto dai social network, è al centro anche di “Salone Gloria”, la mostra a più voci e a più media realizzata dal Collettivo Temporaneo per l’Eternità della Gloria (Modena, Galleria Mies).
Mies Outdoor con il collettivo AAART propone viceversa un “Momento di gloria” per tutti grazie alla sua “macchina per l’erogazione automatica di opere d’arte a valore variabile”: inserendo monete l’apparecchio stampa un biglietto che reca sul dorso un’opera d’arte sul tema della gloria, donando così all’opera un momento di celebrità della durata stabilita dall’importo pagato (Modena, Galleria Mies Outdoor).
Alle stelle più nere dello star-system contemporaneo – assassini seriali, cannibali e criminali di cui siamo potenziali vittime – è dedicata la mostra “Very Friendly”, in cui Ramona A. Stone ci presenta opere che esplorano il lato oscuro della fama (Modena, Cayce’s Lab, curatrice: Luiza S. Turrini).
Alle celebrità dell’accelerazione, sia essa quella delle monoposto di Formula 1 o quella dell’innovazione tecnologica, è dedicata la conversazione tra Antonio Ghini e Paolo Tacconi, “Dalla pista al web, glorie parallele” (Modena, Museo Enzo Ferrari, sabato 13, ore 21,30).
L’uscita dal cono di luce della celebrità, con le sue ripercussioni, sarà raccontata con schiettezza da Franco Bertoli, campionissimo della pallavolo non solo come atleta, ma anche come allenatore e dirigente, che, sollecitato da Antonio Gurrado, spiegherà come abbia ancora aperta la partita della vita: “Vecchia gloria in crisi di senso. Una testimonianza” (Sassuolo, Piazzale della Rosa, sabato 13, ore 19,30).
Quanto la fama possa bruciare è esperienza di stelle che nella celebrità si sono consumate, spesso a causa della malasorte. A cantautori e cantanti che hanno vissuto questo destino è dedicato il concerto dei Flexus, “Stelle nel fuoco e satelliti in versi” (Sassuolo, Piazzale della Rosa, venerdì 12, ore 23).
La parabola della celebrità da discoteca è ripercorsa anche in “The Glory of Disco” il concerto in cui i Tupperware prendono la musica dance e la portano fuori dalla disco, senza selezione all’ingresso, vip pass e dress code (Sassuolo, Piazzale della Rosa, sabato 13, ore 23,30).
Ambizione e onore
Motore potente e ambivalente dei destini individuali e collettivi, l’ambizione conosce in epoca contemporanea una nuova legittimazione, mentre il principio della dignità, corredo inviolabile della persona umana, fertilizza una nuova concezione dell’onore e del riconoscimento civile
Reputazione, riconoscimento e racconto di sé sono al cuore di “Volti di volti”, la mostra di Tullio Pericoli che presenta venticinque suoi ritratti a olio di scrittori, autori, filosofi, sorretti tutti dall’idea che fare il ritratto di un volto è come raccontare un’avventura, ricostruire le infinite tracce che la vita vi ha depositato, in cerca della specialissima forma individuale di ognuno (Sassuolo, Galleria Paggeriarte).
In “Scatti di dignità” Franco Fontana, uno dei principali protagonisti della fotografia contemporanea, porta in primo piano un gruppo di visitatori disabili all’interno degli ambienti sontuosi di un grande museo: la fotografia li blocca in un istante rivelatore e li restituisce in dignità viva, senza la maschera della cornice e degli ori, mostrando come essi affrontano in eroismo quotidiano il deficit loro imposto dalla lotteria della vita (Modena, Bottega Consorzio Creativo).
Una storia di ambizione e merito, gloria e successo, vittorie e sconfitte è quella portata in scena da Andrea Zorzi con Beatrice Visibelli in “La leggenda del pallavolista volante”, lo spettacolo che, ripercorrendo la carriera del grande campione della Nazionale di Julio Velasco, costituisce anche un affresco di paesaggi italiani e di aspettative di una generazione (Modena, Piazza Pomposa, venerdì 12 settembre, ore 21,30).
Una gloria non effimera è quella di celebri imprenditori italiani – da Piero Pirelli a Giovanni Treccani, fino alla famiglia Barilla – che hanno dato alle loro “imprese” non solo il significato imprenditoriale, ma anche quello di grandi gesta nel segno della responsabilità sociale. La mostra “Capitani coraggiosi. Etiche imprese di responsabilità sociale” presenta biografie e reperti di questa vocazione (Modena, Manifattura Tabacchi, Cortile piccolo, a cura di Gruppo giovani imprenditori Modena).
Alla storia del fondatore di un’impresa caratterizzata non solo da innovazione organizzativa, ma anche da responsabilità sociale e comunitaria, Camillo Olivetti, è dedicato anche lo spettacolo di Laura Curino, “Olivetti. Alle radici di un sogno”, che ne ripercorre progetti e successi dalla fine dell’Ottocento al periodo tra le due guerre (Modena, Manifattura Tabacchi, sabato 13, ore 22).
Diverso eroismo, civile in questo caso, è quello del bambino testimone di un omicidio che sfida a modo suo il codice dell’omertà. Tratto dal fortunato Io, dentro gli spari di Silvana Gandolfi, “Dentro gli spari” è un monologo di Giorgio Scaramuzzino del Teatro dell’Archivolto rivolto non solo ai ragazzi (Modena, Biblioteca Delfini, domenica 14, ore 11 e 16).
La fragilità e lo spaesamento di un’umanità assordata dalle sirene della Vanagloria e abbagliata dal Nulla, in contrasto con il fulgore eterno dell’Iperuranio, sono argomento della mostra “Hyperouránios”, che presenta, tra le altre, opere “site specific” di Karin Andersen, Cuoghi Corsello e Antonio Marras (curatori: Patrizia Silingardi, Sonia Schiavone, Pierluigi Giacobazzi, Manifattura Tabacchi, Piazza).
L’ambizione a un’immane e rapida scalata, un’ascesa fatta di onori e azioni insigni destinate a una fama imperitura, è il tema anche delle pitture e installazioni di Massimo Lagrotteria, che in “In excelsis homo” mostra come nell’uomo odierno questo motore spirituale sia rimasto maceria di un’icona che un tempo era grandiosa (Carpi, Galleria Darkroom Silmar, curatore: Andrea Saltini).
In certe culture l’onore e la colpa si inscrivono sulla pelle, con il corpo a fare da medium iconografico, come nell’arte giapponese dell’irezumi protagonista di “In-k-glorious”, presso la Galleria THC di Modena, che propone disegni e performance live di tatuatori della famiglia Horitoshi e un video di Elena Borghi (a cura di Alessandro Migliore, Silvia Cavalieri, Eva Ferrari).
Sfida per il riconoscimento, contagio di sensibilità, gioco erotico: nella milonga l’intenzione del tango riconfigura i ruoli dei due danzatori, con in palio l’espressione piena di sé. Lo si potrà ballare in “La sfida del contatto. Milonga in Manifattura” (Modena, Manifattura Tabacchi, sabato 13, ore 23,30, a cura di: Circolo Gardel Modena, Mala Yunta e T’amo Tango.
Alla faticosa conquista dell’onore è dedicato anche il concerto “Oltre ogni limite” del Gruppo Ologramma, che propone brani di colonne sonore di celebri film imperniati sul senso del sacrificio e della giustizia (Modena, Piazza Pomposa, domenica 14, ore 21).
Al potere glorificatore della musica, in particolare quello degli ottoni coi loro effetti sull’anima e sul corpo degli uditori, è dedicato viceversa “Ottoni trionfali”, il concerto a cura dell’Istituto Musicale Vecchi-Tonelli, sede di Carpi, che propone un excursus tra Inni e celebrazioni (Carpi, Palazzo dei Pio, sabato 13, ore 19,30).
Democrazia
Costitutivamente votato alla durata, e sempre nella necessità di guadagnare l’obbedienza degli uomini, il potere politico ha espresso il proprio carattere glorioso in liturgie e cerimoniali, autorappresentazioni e propaganda, di cui anche la contemporaneità conserva traccia, pur esponendosi in forme inedite allo sberleffo dell’anarchia
Focalizzandosi su quattro sovrani estensi di diverse epoche la mostra “Gli Este e la gloria. Ambizioni e rinunce”, a cura dei Musei Civici, esporrà dipinti, disegni e bozzetti per indicare i diversi modi di conseguire la gloria e i più alti valori connessi al governo, mostrando il ruolo dell’iconografia pubblica nell’esercizio del potere (Modena, Musei Civici).
Non diversamente, nei suoi stendardi e nelle sue opere su carta vetrata Massimo Dalla Pola compie con “Il sole dei morti” una mappatura sintetica dei luoghi del potere, una sorta di “mappamondo” dei monumenti e degli strumenti di propaganda che punteggiano la trasmissione della gloria nella storia (Carpi, Galleria Spazio Meme).
Il volto grottesco e furibondo di un autoritarismo borioso e plurigallonato emerge nei libri d’artista e nei fogli sciolti di Enrico Baj che la Biblioteca Poletti mette in mostra con “Dames et généraux” (curatrice: Carla Barbieri). Tra i gioielli esposti, il libro (con falso frontespizio opera di Marcel Duchamp) che dà il titolo alla mostra e il celebre Punching general del 2003, un pupazzone/pallone gonfiato traballante in effigie generalesca multidecorata da prendere (metaforicamente) a pugni come un punching ball (Modena, Biblioteca Poletti).
Analoga vena anarchica e libertaria, incarnata in uno sberleffo sistematico del potere, si rintraccia nelle opere grafiche di Jamie Reidnella mostra “Ragged Kingdom. Lo schiaffo al potere del Punk inglese”, che propone tra le altre le celebri immagini della Regina Elisabetta con le spille da balia sulle guance o le svastiche sugli occhi, assoluto contraltare della gloria ad opera del geniale ideatore di uno stile di comunicazione pubblica che ha caratterizzato fortemente soprattutto l’esperienza dei Sex Pistols (Modena, Galleria Civica, curatore: Marco Pierini).
Jamie Reid sarà anche protagonista di “Art, Music and Power”, la conversazione con John Marchant, Direttore della Isis Gallery e curatore delle sue opere, e Marco Pierini, Direttore della Galleria Civica di Modena (Modena, Palazzo Santa Margherita, venerdì 22, ore 22,30).
Senza spille da balia nella guancia o svastiche sulle palpebre, in La sovrana lettrice Alan Bennett ha viceversa raffigurato Elisabetta II d’Inghilterra alle prese con la pratica massimamente sovversiva: la lettura. E, con umorismo tutto britannico, del potere resterà ben poco. In “La regina sovvertita. Letture da Alan Bennett”, Paolo Nori presterà la sua voce impertinente all’autore inglese (Modena, Palazzo Santa Margherita, venerdì 12, ore 21,30).
Ma la storia dello sberleffo al potere è lunga e remota, almeno quanto il movimento filosofico dei Cinici, i quali, usciti dalla costola di Socrate, si diedero a vita randagia e anticonformista, ostentando uno stile di vita provocatorio e dissacrante, sprezzante delle convenzioni e fortemente polemico verso ogni forma di ricchezza e di potere: quanto basta per dire che “I primi Punk erano i Cinici”, come nel titolo della serata di conversazione e letture di cui sarà protagonista Armando Massarenti (Modena, Palazzo Santa Margherita, sabato 13, ore 21,30).
Gli intrecci del potere e del business, della società e dell’identità, sono stati raccontati con acuta ironia da Edmondo Berselli attraverso la più diffusa delle passioni nazionali: quella per il calcio. Dal suo Il più mancino dei tiri (1995) è stato tratto un documentario Rai che coglie la persistente validità delle sue analisi: “Il più mancino dei tiri. Un documentario RAI da Edmondo Berselli”, in collaborazione con Raitre (Carpi, Auditorium Loria, venerdì 12, ore 21, introduce Alberto Bertoni).
Al popolo sovrano, ai momenti della storia in cui potere e consenso paiono riuscire a coesistere negli stessi soggetti, è dedicato il concerto “Avanti popolo!”, in cui Cisco e il Coro delle Mondine di Novi ripercorreranno la tradizione musicale folklorica delle lotte di popolo (Carpi, Piazza Martiri, domenica 14, ore 21, con il Corpo bandistico Città di Carpi).
In “Re (e Regine) per una notte. Sfilata di moda riciclata in pompa magna” operatori e utenti dell’associazione Porta Aperta di Modena daranno vita a una sfilata con indumenti di riciclo durante la quale si trasformeranno in imperatori, sovrani, dignitari, divi, per mostrare che nell’altalena della vita tutto può accadere e che il re è sempre nudo (Modena, Piazzetta dei Servi, sabato 13, ore 21).
Impronte di gloria
Tra eternità gloriosa e transitorietà mondana, la gloria è sempre una sfida al tempo, tentativo di lasciare traccia durevole che si inscrive in monumenti dal complesso statuto pubblico, fino alla sua deriva effimera e accidentale, come nei selfies contemporanei
Riflessioni sul tempo della gloria, contesto cortese e riferimento letterario nell’opera omonima di Francesco Petrarca si legano in “Trionfi. Il segno di Petrarca nella Corte dei Pio a Carpi”, la mostra sul ciclo di affreschi nella Camera dei Trionfi di Palazzo dei Pio a Carpi, dove dipinti, cassoni nuziali, oggetti di corredo, manoscritti, cinquecentine, stampe antiche aiutano a inquadrare l’iconografia dei Trionfi, contribuendo a sciogliere i quesiti sulla presenza del ritratto dello stesso Petrarca nel Trionfo della Fama (Carpi, Musei di Palazzo dei Pio).
La grandezza della lotta contro il tempo pervade anche le tavole di Giovanni Battista Piranesi, tratte prevalentemente dalle serie delleVedute e delle Carceri, in cui i resti dell’architettura romana esprimono la magnificenza che ne caratterizzava l’intera civiltà, segno di nobiltà d’animo impressa in ogni loro costruzione (“Magnificenza delle rovine”, Modena, Galleria Artbroking, a cura di Arialdo Ceribelli e Patrizia Foglia).
Una nuova personale di Mimmo Jodice, “Arcipelago del mondo antico”, presenta la grande ricerca sul Mediterraneo. Nella mostra, prodotta da Fondazione Fotografia e a cura di Filippo Maggia, in cinquanta opere fotografiche, in parte inedite, l’autore ricompone la persistenza del mito, di cui vengono restituiti frammenti in un’operazione di de-contestualizzazione temporale che ce lo presenta come pieno contemporaneo (Modena, Foro Boario).
Sempre Fondazione Fotografia, ancora per la cura di Filippo Maggia, presenta anche “Territori dello spirito” di Kenro Izu: esplorando luoghi sacri in molte parti del mondo, egli mette in risalto la caducità intrinseca ai siti archeologici, e lo fa mediante il recupero di tecniche della fotografia ottocentesca, mettendo così doppiamente a tema lo statuto del passato e della durata (Modena, Foro Boario).
Nella collettiva “Fotografia de los Andes, 1897-1950”, prodotta da Fondazione Fotografia e curata da Jorge Villacorta, i siti archeologici e la temporalità della gloria assumono un significato ulteriore, in un contesto nel quale la distanza dei reperti del passato è cancellata attraverso la loro totale compenetrazione col presente della vita quotidiana delle comunità locali (Modena, Foro Boario).
Resti di altro genere, ossia frammenti sopravvissuti alle devastazioni delle recenti trasformazioni territoriali, sono quelli fotografati daGiancarlo Pradelli in “Mirabilia. Architetture e luoghi di pianura”, che testimoniano l’intimo legame tra l’architettura, la terra e il fiume e la peculiare bellezza della provincia emiliana (Modena, Orto Botanico, curatore. Matteo Agnoletto).
Il ruolo del monumento come perno e misura, in questo caso anche temporale, dell’identità urbana è evidente nel progetto di Rolando Montanini “Il tempo della Torre”, un racconto in movimento nel quale la Torre Ghirlandina, cuore di Modena e della sua Piazza Grande patrimonio mondiale dell’umanità, è stata fotografata migliaia di volte nel corso di una giornata: nel successivo montaggio in time lapse l’ombra della Torre diviene meridiana del tempo collettivo (Modena, fotografie e video all’interno della Torre Ghirlandina).
Esistono monumenti immateriali in cui non meno si condensano l’intelligenza del loro autore e la durata della civiltà. Uno di questi sono sicuramente le “Variazioni Goldberg” composte da Johann Sebastian Bach, ispirazione e motivo conduttore della straordinaria carriera musicale di Rahmin Bahrami, che ne discuterà con l’editor Beppe Cottafavi e le eseguirà in una versione appositamente pensata per il festival (Modena, Piazza Grande, domenica 14, ore 21).
In “Reverse Crucifixion” Andrea Riccò inverte uno dei più potenti simboli della storia dell’Occidente, così che ad essere crocifissa sembra la stessa Croce, inchiodata a uno suo doppio di metallo duro e ferrigno (Modena, Musei del Duomo, Giardino).
Due visite guidate conducono alla scoperta del patrimonio monumentale del Palazzo dei Musei di Modena. In “Memorie di gloria antica” il percorso si snoda attraverso il Museo Lapidario Estense e Lapidario Romano dei Musei Civici (a cura di Nicoletta Giordani, Paola Bigini e Silvia Pellegrini), mentre in “Il guerriero e la spada” un inedito percorso permette di ricostruire la nascita e lo sviluppo delle élite guerriere modenesi seguendo la storia della spada (Modena, Museo Civico Archeologico Etnologico, a cura di Laura Parisini).
In “Vanitas” di Figura/sfondo, la transitorietà mortale che mina la durata della gloria è incarnata dal cartone ondulato di cui è fatto “Le Crane”, una riproduzione della scatola cranica che esprime tanto la sede del pensiero che aspira all’eternità, quanto la deperibilità del suo materiale, con il paradosso che la carta è il supporto su cui si inscrivono le tracce della scrittura, che si vogliono durevoli (Modena, Galleria La Darsena, curatori: Matteo Crespi e Fede Lorandi, Siro Leonelli).
Impronte di un passato concepito come origine sono quelle che Fernanda Veròn lascia sui feticci e le maschere da lei realizzati: la mostra “Mistero dell’apparente” ne ricrea la mitologia (Modena, Studio Vetusta, curatore: Giovanni Cervi).
Nelle immaginette sacre presentate in “Gloria in cielo, verde sulla terra”, emerge come l’impronta terrena del santo assurto alla gloria dei cieli prenda, nelle sue costanti iconologiche, forme metamorfiche scaturite dal mondo vegetale (Modena, Orto Botanico, Curatori: Marta Mazzanti, Giovanna Bosi, Daniele Dallai, I. Ansaloni).
Figure
I tratti epici o spettacolari della gloria trovano espressione anche in memorabili “figure” che dall’antico al contemporaneo non hanno cessato di alimentare le vite immaginate e di indirizzare l’identificazione con modelli esemplari
“Bello di fama e di sventura” Odisseo fa ritorno a Itaca dove lo attende la prova dell’arco a confronto coi Proci. A questa celebre scena omerica sono dedicate le letture di Moni Ovadia, che in “Odisseo e la gara con l’arco” celebrerà il rito civile della narrazione orale presentando il Canto XXI dell’Odissea e prenderà inoltre per mano lo spettatore alla riscoperta dei due grandi viaggi che segnano la civiltà occidentale – il viaggio di Odisseo e il viaggio di Abramo – per arrivare, sulle onde dell’Odissea, anche alla Itaca del grande poeta greco contemporaneo Kostantinos Kafavis (Sassuolo, Piazza Garibaldi, sabato 13, ore 22, produzione: Teatro Pubblico Ligure).
Il vero volto della gloria napoleonica, con la perdita delle illusioni rivoluzionarie, è narrato da Stendhal nelle pagine de “La Certosa di Parma” che raccontano l’esperienza di Fabrizio Del Dongo sul campo di Waterloo. Alessandro Haber le interpreterà in “Fu vera gloria? Letture da La Certosa di Parma” (Carpi, Piazza Martiri, venerdì 12, ore 22).
Due icone contemporanee sono al centro di altrettanti appuntamenti musicali. In “Bound for glory. Dylan e l’epopea della strada”,Cesare Basile e Emidio Clementi ripercorrono il viaggio musicale di Robert Zimmerman tra le strade di un’America segnata da battaglie civili e crisi di un sogno (Modena, Manifattura Tabacchi, venerdì 12, ore 22). Un Elvis padano, al secolo Luca Benevelli e in arte, appunto, Elvis, riproporrà in concerto alcuni dei maggiori successi di “the Pelvis”, mito e inimitabile “Re del Rock’n’Roll” (Carpi, Piazzale Re Astolfo, Cortile di Levante, sabato 13, ore 23,30, a cura di Cookies Kitchen & Bar e Mattatoio Culture Club).
Figure eroiche di soldati impegnati su tanti fronti, nel fango della gloria e in pellicole già classiche, sono quelle su cui si impernia la rassegna di film “Soldati di tutte le guerre. La guerra, l’eroe, il cinema”, curata da Alberto Morsiani, nell’inedita cornice del Palazzo Ducale sede dell’Accademia Militare di Modena. I film in programma: “M.A.S.H.” di Robert Altman (USA 1970); “I topi del deserto” di Robert Wise (USA 1955); “Patton, generale d’acciaio” di Franklin J. Schaffner (USA 1970); “Giovani aquile” di Tony Bill (UK 2006); “I giovani leoni” di Edward Dmytryk (USA 1958); “Quelli della San Pablo” di Robert Wise (USA 1966) (Modena, Palazzo Ducale, Accademia Militare, venerdì, sabato e domenica: per gli orari consultare il sito web).
Sempre a eroi cinematografici è dedicata la serata di sonorizzazioni live di film muti “Uomini contro”, a cura del Centro Musica del Comune di Modena: Spartaco, Zorro e il pescatore norvegese Terje Vigen sono qui presi come modelli di sfida e resistenza al potere (Modena, Piazza Pomposa, sabato 13, ore 21).