Si moltiplicano anche in Emilia-Romagna le segnalazioni di attacchi di piralide del bosso (Cydalima perspectalis), un lepidottero di origine asiatica individuato in Italia per la prima volta nel 2011. La piralide colpisce in particolare il bosso, un arbusto sempreverde usato per creare siepi decorative e ornamentali.
“Il bosso è molto diffuso nei parchi pubblici, nei giardini storici e all’italiana, di cui costituisce, tipicamente, l’elemento più distintivo – spiega l’assessore regionale all’Agricoltura Tiberio Rabboni – . Per questo è importante intervenire tempestivamente per proteggere le piante non appena si individuano i primi focolai di infestazione”.
Le larve di piralide, infatti, defogliano completamente le piante attaccate e spesso le portano alla morte. Per contrastare efficacemente il parassita il Servizio fitosanitario regionale consiglia innanzitutto di monitorare le piante in modo da individuare precocemente i focolai di infestazione e di intervenire utilizzando esclusivamente insetticidi biologici a base di Bacillus thuringiensis. In ambito urbano, infatti, sono da evitare i trattamenti con insetticidi chimici. Per completare l’efficacia del Bacillus thuringiensis possono anche essere utilizzati dei preparati a base di nematodi entomopatogeni che possono contribuire ad abbassare la popolazione svernante della piralide sulle piante già attaccate l’anno precedente. Il Servizio fitosanitario regionale ha predisposto un dépliant informativo che è stato inviato a tutti i Comuni, mentre sono in corso di definizione delle specifiche linee guida per la difesa che verranno diffuse tra tutti i portatori di interesse (enti locali, enti parco, vivai, e così via).
Ecco le linee guida regionali