Quasi il 40% dei giovani tra i 13 e i 30 anni considera l’uso di stupefacenti, parte integrante del “divertimento”: quasi il 30% si diverte “sballandosi” perché “così fan tutti”, percentuale che sale al 52% fra i minorenni, mentre solo l’1,9% lo giudica un “divertimento controcorrente”.È quanto emerge da una ricerca condotta da Euromedia Research per la Comunità di San Patrignano, presentata ai WeFree Days, anticipata da ‘Il Resto del Carlino’ e pubblicata sull’agenzia di stampa Ansa.
In base allo studio, ancora, un ragazzo su tre, in particolare tra i giovani adulti (25-30 anni), si droga per “uscire dalla noia”, mentre il 9,6% lo fa per “stare in compagnia”. Questi sono alcuni tra i dati più significativi evidenziati dalla ricerca.Tra i numeri della ricerca, intitolata “Un sano divertimento da sballo” e condotta su un campione rappresentativo di 500 giovani suddivisi in tre fasce di età (13-17, 18-24 e 25-30) spicca come per il 45% dei giovani ritenga “il divertimento la cosa più importante in questo momento della propria vita, a fronte del bisogno di progettare il futuro, che in nessuna delle tre fasce di età raggiunge nemmeno il 33%”. Per il 53,4%, inoltre, divertirsi coincide con il concetto di trasgressione, che per il 41,8% equivale ad “andare contro le regole”. Quanto all’uso di sostanze, alcol compreso, lo studio “evidenzia come il binge drinking (bere smodato), le cosiddette droghe leggere e la cocaina siano più diffusi tra i maschi (fino al 70%), mentre ecstasy e droghe sintetiche sono preferite dalle ragazze”.
Per i consumatori di cannabis, pasticche e cocaina sembra proprio che lo sballo rientri nel bisogno dei ragazzi di divertirsi, quasi fosse “un atto dovuto”. In aggiunta, viene riportato nella ricerca, “la normalità dello sballo si sposa con la bassa percezione del rischio: se è vero che il 53,2% sostiene che lo sballo sia ‘una sciocchezza che prima o poi in qualche modo si paga‘, è altrettanto vero che il 35,2% ne parla come di un semplice bisogno dei ragazzi per divertirsi, quasi fosse una vera e propria necessità”. Necessità, riferiscono gli intervistati, per vincere la noia anche se, paradossalmente, i giovani si dicono molto soddisfatti della loro vita (89,4%) e dell’ambiente in cui vivono (85%), anche se poi sono divisi a metà nell’esprimere soddisfazione per ciò che offre la città, in termini di divertimento, interessi, cultura e lavoro.
Quanto al rapporto con i genitori: se il 43,4% degli intervistati dicono che mamma e papà, pur informandosi su cosa fanno, dove e con chi, lasciano loro fare ciò che vogliono, il 24,4% dice che danno loro completa libertà senza chiedergli nulla, il che significa che poco fanno attenzione ai loro svaghi.