«A due anni dal sisma i problemi per le aziende sono ancora tanti, dovuti soprattutto a un apparato burocratico troppo complesso che, a causa dell’incertezza politica che sta affrontando la nostra Regione in questo periodo, sta diventano sempre più lento e inefficiente». Così il presidente di Confindustria Modena Valter Caiumi ha dato la sua valutazione sulla ricostruzione nel corso di un incontro che si è tenuto nei giorni scorsi a Mirandola con le aziende associate dell’Area Nord.
Un’occasione – si legge sul sito Condindustria – per presentare agli industriali della zona i nuovi delegati di distretto e per fare il punto della situazione, a due anni dal sisma, su quello che è stato realizzato e su quello che ancora manca per aiutare le attività imprenditoriali della zona.
A far gli onori di casa assieme a Caiumi vi era anche Nicoletta Razzaboni, amministratore delegato della Cima di Mirandola, nominata delegato di Distretto di Confindustria Modena per l’Area Nord; ad affiancare l’imprenditrice nel suo mandato anche altri due industriali della zona: Paolo Stabellini di Edilteco di San Felice e Claudio Sabatini della Ciga impianti di Finale Emilia.
Scegliere Mirandola come primo appuntamento degli incontri di distretto non è stato certamente casuale.
«Ci è sembrato naturale, iniziare proprio da questa zona, così gravemente colpita e danneggiata dal sisma del 2012», ha sottolineato il presidente Caiumi. «Ritengo infatti che sia fondamentale prestare la massima attenzione e capire quali siano le esigenze degli imprenditori che lavorano in questa area, analizzare cosa è stato fatto e soprattutto confrontarsi su quanto c’è ancora da fare e su quali siano le priorità e le azioni da portare avanti».
«La prima sensazione», continua Caiumi, «è che a due anni dal sisma i problemi per le aziende siano ancora tanti, dovuti soprattutto a un apparato burocratico troppo complesso che, a causa dell’incertezza politica che sta affrontando la nostra Regione in questo periodo, sta diventano sempre più lento e inefficiente».
E il confronto nato durante l’incontro conferma i timori del presidente di Confindustria Modena. Dai dati del Sistema Sfinge, aggiornati al 26 settembre 2014, risulta che in Emilia-Romagna le domande presentate per ottenere i contributi per la ricostruzione sono state 1.062 (858 per l’industria e 204 per il commercio), di cui 640 (il 74 per cento del totale) nella provincia di Modena (648 per l’industria e 135 per il commercio). A fronte di queste domande, i decreti di concessioni (le “Cambiali Errani”) sono stati 698 per la regione (566 per l’industria e 132 per il commercio) e 535 nella provincia di Modena, pari al 77 per cento del totale (440 per l’industria e 95 per il commercio).
Per quanto riguarda i contributi concessi ammissibili (che dovranno quindi essere confermati attraverso un’adeguata rendicontazione delle spese affrontate da parte delle aziende), in Emilia-Romagna non si sono raggiunti i 500 milioni di euro, mentre nella provincia di Modena, che pesa per il 70 per cento sul totale regionale, si sono fermati a poco meno di 298 milioni.
Se si analizzano poi i contributi effettivamente liquidati alle aziende, le cifre sono ancora più esigue: 45 milioni in regione, di cui quasi 37 per la provincia di Modena (83 per cento).
Questi dati evidenziano in modo significativo i problemi che le aziende si trovano ad affrontare: l’enorme complessità della documentazione necessaria per richiedere i contributi, la difficoltà di realizzare perizie corrette sugli immobili e di effettuare una rendicontazione precisa dei danni.
«La nomina di uno staff, composto da tre delegati di distretto», ha sottolineato il presidente Caiumi, «nasce per rispondere al meglio e in modo più capillare a quelli che sono i bisogni specifici di questa area e per supportare ancora di più gli imprenditori che vivono, oggi più che mai, un momento di crisi e di profonda incertezza».