Il lavoro, stravolto da logiche economico-imprenditoriali che, calpestandone il diritto, lo trasformano da bene comune a fortuito accidente, colpo di fortuna o magnanima concessione piovuta dall’alto è alla base di Lavoravo all’OMSA, lo spettacolo (mise en espace) a partecipazione gratuita che il Teatro Due Mondi metterà in scena mercoledì 12 novembre alle ore 21.00 presso la sede dell’azienda B. Braun Avitum Italy Spa in via XXV Aprile 44 a Mirandola. Un appuntamento inscritto nel più ampio progetto Beni Comuni – finanziato dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e promosso da Comune di Carpi, in collaborazione con ERT Fondazione e ATER, e con il patrocinio del Dipartimento delle Arti Visive Performative e Mediali dell’Università di Bologna – che, dopo aver fatto tappa a Carpi lo scorso 18 ottobre con lo spettacolo inaugurale e a San Felice sul Panaro con l’atelier Benòpoly, approda a Mirandola per affrontare il quotidiano e pressante tema dell’occupazione, avvalendosi della testimonianza delle 340 operaie dell’Omsa, licenziate dalla storica fabbrica faentina.
La vicenda attorno cui ruota lo spettacolo ha inizio nel 2010, quando la proprietà, affatto in crisi, decide di chiudere lo stabilimento di Faenza per aprirne un altro in Serbia al fine di aumentare i profitti. Nel 2012, i primi effettivi licenziamenti e oggi, quasi due anni dopo, a seguito di mesi e mesi di mobilitazione e lotta, solo una parte delle operaie è stata assunta da Atl Group, società che produce divani, mentre molte altre sono ancora in attesa di una nuova occupazione. La produzione del Teatro Due Mondi sceglie di parlare di lavoro con un allestimento scenico minimale, dove attori e attrici – tra cui Angela Cavalli, ex operaia Omsa – vanno in scena seguendo un copione che intreccia drammaturgia contemporanea a elaborazioni originali: i riferimenti al testo di un precedente spettacolo del Teatro Due Mondi, Santa Giovanna dei Macelli, si attualizzano attraverso le storie delle operaie del calzificio; così come le vicende dell’Omsa si specchiano nella pièce brechtiana.
Pur nella diversità dei contesti storici, lo spettacolo, infatti, pone l’accento sulle logiche aziendali che ancora oggi rimarcano le similitudini tra la crisi economica del 1929 ritratta da Brecht e quella in corso in questi anni. Il lavoro scenico è basato essenzialmente sull’uso della voce in tutte le sue modalità – monologo, racconto, coro, canto popolare, dialogo – affinché al suono e al senso che le parole devono portare sia demandato il ruolo di protagonisti. Lavoravo all’Omsa è l’esito più recente di quelle esperienze che il gruppo realizza da qualche tempo insieme a “non-attori”: un Teatro che assume nuovo valore come incontro di persone e di culture differenti, ponendosi quale luogo fisico e mentale dove non conta “esibirsi” ma “esserci”, incontrarsi e conoscersi, facendo di quella di ognuno una storia condivisa.
L’appuntamento previsto per mercoledì 12 novembre dà il via a un ciclo di altre cinque mises en espace (tutte previste per le ore 21.00) di cui Lavoravo all’OMSA costituisce il primo appuntamento. A seguire, sabato 15 novembre presso il Teatro Tenda di Finale Emilia, Ruba l’arte e mettila da parte. La collezione privata di Cornelius G., mentre domenica 23 novembre, presso il Centro Polifunzionale Pandurera in via XXV Aprile 11 a Cento, andrà in scena Dalla “nuvola di smog” – Cerco un Cent(r)o di gravità per l’Ambiente. Sabato 29 novembre a Concordia sarà quindi la volta di Beni quadrati. Per uno stabile diritto dell’immobile; a seguire +Bènergizer – Una carica comune di energia in programma per sabato 6 dicembre al Teatro Tenda di San Felice, mentre sarà il Museo della Bilancia di Campogalliano ad ospitare, venerdì 12 dicembre, Il lancio del nano.
Il calendario del progetto Beni Comuni proseguirà quindi sino a dicembre, serbando agli spettatori nomi di portata internazionale quali Sarah Jane Morris e Ian Shaw, i workshop con i ballerini e coreografi di Aterballetto e, ancora, un susseguirsi di laboratori, letture e occasioni di esperire attivamente un teatro che, nelle sue molteplici forme, sia inteso come risorsa civica a disposizione del territorio, in una continuità di appuntamenti gratuiti sparsi per tutti gli undici Comuni colpiti dal sisma – Mirandola, Cavezzo, Concordia, San Felice sul Panaro, Finale Emilia, San Possidonio, Novi di Modena, Cento, Campogalliano e Soliera – fino alla grande giornata di festa conclusiva, sabato 20 dicembre a Carpi.
Per ulteriori informazioni è possibile visitare il sito www.progettobenicomuni.it e la pagina Facebook ‘BeniComuni’.