In occasione degli ‘Stati generali delle donne’, promossi in Emilia-Romagna dalla Consigliera di parità, Rosa Amorevole, e i cui lavori sono in svolgimento oggi a Bologna, nella Terza Torre al Fiera district, Roberta Mori fa il punto sulle politiche di genere, in particolare per quanto riguarda la rappresentanza femminile nelle istituzioni e l’armonizzazione delle normative regionali in materia di parità, diritti e lotta alle discriminazioni. “Da coordinatrice nazionale degli organismi di Pari opportunità in capo alle Regioni– afferma nel suo intervento – posso dire che alcuni passi in avanti sono stati fatti, come l’introduzione della doppia preferenza di genere e altri importanti correttivi nel disegno di legge elettorale cosiddetto Italicum, ma restano aperti molti fronti per realizzare una compiuta democrazia paritaria e uno sviluppo equo nel nostro Paese”.
La presidente della commissione regionale Parità e diritti (e relatrice della legge quadro per la parità n.6/2014) ha incontrato nei giorni scorsi, a Roma, le sue colleghe responsabili Pari opportunità delle Regioni e ha condiviso alcune priorità di lavoro per raggiungere questo obiettivo. “Abbiamo già avuto la disponibilità della Conferenza delle Regioni presieduta da Sergio Chiamparino a collaborare con noi in modo strutturato– spiega Mori- per uniformare al rialzo le normative regionali per i diritti delle donne e, dunque, incidere nelle decisioni che contano, vale a dire: risorse finanziarie e misure di prevenzione alla violenza di genere, equilibrio della rappresentanza negli organi elettivi ed esecutivi e nei Cda delle aziende, investimento sulla conciliazione e i servizi essenziali alle lavoratrici, attivazione di protocolli sanitari per applicare la medicina di genere”.
Secondo la coordinatrice nazionale degli organismi di parità, la modalità elettorale della doppia preferenza di genere deve diventare realtà in tutte le Regioni d’Italia. “Grazie alla nostra normativa elettorale il numero di elette in Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna è passato da 9 a 17, mentre ci sono Regioni dove le donne rappresentanti tra Consiglio e Giunta si contano sulle dita di una mano”, sottolinea. “E’ tempo- conclude Mori- che si attui la Convenzione contro la violenza di Istanbul su tutto il territorio nazionale e la classe politica italiana deve capire che la partecipazione concreta delle donne alle politiche pubbliche è una condizione necessaria”.
La giornata bolognese – che vede tra le numerose partecipanti del mondo delle professioni, dell’associazionismo e dei pubblici servizi, anche l’assessore regionale Emma Petitti e la vicepresidente del Senato, Valeria Fedeli – è la prima di un ciclo di eventi che verranno replicati in altre regioni durante il 2015, come ascolto territoriale nato a partire dagli Stati generali convocati a Roma nel dicembre 2014. Quanto emerso negli eventi regionali verrà presentato in un evento nazionale che si terrà nel prossimo settembre presso la sede dell’Expo di Milano.