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Cavezzo, restaurato il tabernacolo settecentesco della chiesa di Sant’Egidio Abate

da | Giu 8, 2015 | Cavezzo, La nostra storia, Ricostruzione | 0 commenti

La prima opera d’arte della Chiesa di Cavezzo gravemente danneggiata dal terremoto 2012, è tornata alla comunità restaurata dal laboratorio reggiano ‘B restauro dorature’: si tratta del tabernacolo di Sant’Egidio Abate, opera del Settecento ora tornata all’antico splendore e che, presentata al pubblico ieri e in attesa di tornare a Cavezzo, sarà esposta al museo diocesano di Nonantola.
Dopo l’evento sismico molte opere d’arte erano state, in piena emergenza, recuperate dalle macerie e sotto la direzione della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell’Emilia Romagna e della ex Soprintendenza di Modena e Reggio Emilia, adesso “Belle Arti” e Paesaggio di Bologna, Modena, Reggio Emilia e Ferrara, ordinatamente catalogate e collocate all’interno del Palazzo Ducale di Sassuolo presso il Centro di Raccolta e Cantiere di Pronto intervento per il Sisma 2012 in attesa di restauro.
Il tabernacolo intagliato in legno di pioppo e dorato a ‘guazzo’ di epoca settecentesca della Chiesa di Sant’Egidio Abate era uno di questi oggetti, gravemente danneggiato dagli urti e dalle avverse condizioni alle quali è stato sottoposto prima del suo recupero dall’epicentro del sisma. I tre soci del laboratorio di restauro Fabrizio Barbieri, Elisabetta Bertani e Giuseppe Bussi hanno dato la loro disponibilità ad ‘adottare’ questo prezioso manufatto viste le gravi condizioni conservative in cui versava per riportarlo, con la direzione della Soprintendenza di Modena, in particolare del dr. Marco Mozzo, alla sua condizione originale e preservarne la conservazione.
Il delicato restauro ha riguardato sia la struttura lignea e gli intagli (presenza di gravi rotture e mancanze) che la oratura alterata da detriti e polveri inoltre resa estremamente fragile a causa del suo parziale distacco dal supporto ligneo. Il lungo consolidamento, la pulitura, il ripristino delle mancanze di doratura e l’adeguamento cromatico hanno riportato il manufatto all’originale equilibrio tra forme intagliate e preziosa finitura in oro. Alla presentazione ha partecipato anche il nuovo Soprintendente incaricato Arch. Gianna Gaudini della Soprintendenza “Belle Arti” e Paesaggio per le provincie di Bologna, Modena, Reggio Emilia e Ferrara.

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