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Rischio infiltrazioni mafiose a Finale, la politica: “Buon lavoro commissari”

da | Giu 13, 2015 | Finale Emilia | 0 commenti

Sono arrivati a Finale Emilia i tre commissari inviati dal prefetto per valutare se in Comune ci sia il rischio di infiltrazioni mafiose, scelta dovuta a quanto sta svelando l’inchiesta Aemilia su come lavorerebbe la ‘ndrangheta nella Bassa – E la politica plaude.

“Ben venga” l’ispezione disposta dalla prefettura di Modena su delega del ministro dell’Interno, per verificare la presenza di eventuali infiltrazioni di tipo mafioso negli organi amministrativi ed elettivi del Comune di Finale Emilia, uno di quelli più colpiti dal terremoto del maggio 2012. Lo ha detto il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, a margine dell’assemblea di Unindustria Rimini. come raccolto da Askanews.

“Ribadisco che tutta la ricostruzione” post terremoto “deve avvenire nel massimo della legalità; tutto deve essere trasparente al massimo – ha spiegato ai cronisti Bonaccini -. Noi ci costituiremo parte civile in qualsiasi eventuale processo dell’inchiesta Aemelia”, che ha portato all’arresto nei mesi scorsi di oltre un centinaio di persone, tra imprenditori e politici, affiliate alla famiglia ‘ndranghetista.

Quindi “se si è deciso di fare questa ispezione, ben venga, noi siamo i primi ad essere interessati che nel più breve tempo possibile ci venga detto che cosa è accaduto, anche nell’interesse degli amministratori delle comunità locali”.

Stefano Vaccari, senatore Pd componente della Commissione Antimafia

“La Prefettura di Modena ha disposto un’ispezione nel Comune di Finale Emilia, su delega del Ministero dell’Interno. Sono certo che l’Amministrazione locale si metterà a disposizione degli ispettori e collaborerà nella maniera più aperta possibile per fornire elementi, atti e documenti e chiarire comportamenti in modo che possa dimostrare, con ogni evidenza, l’estraneità a ogni forma di vicinanza o collateralità con esponenti di organizzazioni di stampo mafioso. Analoga iniziativa è stata disposta, nei giorni scorsi, anche nei confronti dell’Amministrazione di Brescello e devo rilevare, almeno per i fatti e i comportamenti che sono noti, che le due vicende sembrano non paragonabili. E se per il paese reggiano si giustifica l’eccezionalità dell’azione, i fatti contestati nel modenese, evidenziati dall’inchiesta Aemilia, sembrano essere circoscritti a una sola figura tecnica. A maggior ragione, quindi, formulo l’auspicio che gli ispettori possano concludere celermente il loro compito per fugare ogni possibile ombra sull’operato di un’Amministrazione che sarà impegnata, ancora per molto tempo, nel delicato processo della ricostruzione”.

Giulia Gibertoni, capogruppo M5S in Regione
L’ispezione disposta dal Ministero dell’Interno per verificare la presenza di infiltrazioni mafiose in un Comune importante come Finale Emilia è la dimostrazione che ci avevamo visto giusto e che la nostra richiesta di approfondimenti sul tema della legalità e della corruzione era più che fondata. Richieste che tutte le altre forze politiche, in particolare quello che rappresentano la maggioranza in Regione, hanno sempre delegittimato cercando di minimizzare la realtà dei fatti e che adesso dopo il provvedimento richiesto da Roma diventano improvvisamente priorità. Fin dal nostro insediamento nell’Assemblea Legislativa avevamo chiesto con forza la creazione di una Commissione speciale antimafia che potesse studiare a fondo il tema delle infiltrazioni della criminalità organizzata sul nostro territorio. Proposta che ovviamente il PD ha bocciato sostenendo che si trattasse di un’attività inutile. Alla luce di quanto disposto da Roma chissà se i nostri colleghi saranno ancora dello stesso avviso. Inoltre, solo qualche settimana fa, abbiamo depositato un progetto di legge per istituire una commissione permanente sulla legalità che prevede tra le sue competenze anche il controllo delle dinamiche, ed anche dei flussi elettorali e il monitoraggio degli eventi di infiltrazione criminosa segnalati dalle autorità competenti, che adesso saranno oggetto dell’indagine portata avanti dai commissari ministeriali. Tutto questo per dire che le nostre proposte non erano campate per aria ma frutto di una scrupolosa attività di monitoraggio della situazione politica, economica e sociale del nostro territorio che evidentemente quelli del PD hanno abbandonato da tempo. C’è poi un altro aspetto singolare nel caso che sta riguardando il Comune di Finale, ovvero le dichiarazioni del sindaco Ferioli che si dice amareggiato per l’ispezione ministeriale perché a suo dire rallenterà la ricostruzione. A lui vorremmo dire che la ricostruzione procede a passo di lumaca a Finale, così come in altri centri della Bassa, non per l’interferenza di un’indagine contro le infiltrazioni mafiose ma solo per l’assoluta incapacità dei Comuni e della Regione di ascoltare le esigenze e i veri problemi dei cittadini. Così come hanno chiaramente testimoniato quei terremotati che ieri hanno protestato davanti la sede della Regione e che la Giunta non si è scomodata nemmeno ad ascoltare.

Stefano Lugli, Segretario regionale Rifondazione Comunista Emilia Romagna

Mentre la Prefettura invia una commissione d’accesso in Comune a Finale Emilia, il Sindaco Fernando Ferioli sostiene che la mafia non c’è, che l’ispezione rallenterà la ricostruzione e che se siamo in questa situazione è solo colpa della malasorte.
Parole che dimostrano una volta di più l’approssimazione con cui gestisce l’amministrazione e l’inadeguatezza di giunta e maggioranza a ricoprire il ruolo di governo del Comune di Finale Emilia.
Il Sindaco continua a fuggire dalle sue responsabilità, come se l’ispezione antimafia non fosse la conseguenza degli errori, delle inadempienze e delle responsabilità politiche di una giunta e di una maggioranza che ha sempre fornito risposte liquidatorie a tutti coloro – opposizioni e dipendenti del Comune – che da anni segnalavano le anomalie nella macchina della ricostruzione.
È grave che un Sindaco accusi un’ispezione antimafia di rallentare la ricostruzione, come se legalità e ricostruzione non fossero legate l’una all’altra, come se la tutela dei lavoratori e la corretta esecuzione dei lavori – ad esempio senza disseminare amianto nei cantieri – non fossero connesse a procedure trasparenti di assegnazione degli appalti.
Ricordiamo al Sindaco che la verifica della correttezza delle procedure d’appalto da parte della commissione d’accesso è a tutela dei cittadini e del buon uso del denaro pubblico, e che se una ricostruzione già lenta a causa della burocrazia Regionale subirà ulteriori stop la responsabilità è esclusivamente di chi in Comune non ha svolto a dovere il proprio lavoro.
Con l’inchiesta Aemilia la Direzione Nazionale Antimafia parla dell’Emilia come una terra di mafia, e quelle del sindaco Ferioli sono, inoltre, parole che fanno male alla ricostruzione di quegli anticorpi civici necessari ad allontanare la criminalità organizzata dalla nostra Regione.
Siamo a metà giugno e il Comune di Finale Emilia è ancora senza bilancio preventivo. È colpa della malasorte anche questo?

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