“Siamo consapevoli che si tratta di un’affermazione forte, ma chi manca alla parola data è un traditore, e quello del Governo sulle deduzioni forfettarie spettanti ai padroncini è, appunto, un vero e proprio tradimento”. E’ Franco Casadei, presidente di Fita Cna Modena, a lanciare l’allarme per una retromarcia che mette in pericolo la sopravvivenza stessa di centinaia e centinaia di piccoli trasportatori – i cosiddetti ‘padroncini’ – soltanto nella nostra provincia.
“Era il 27 gennaio quando il Ministro dei Trasporti Lupi firmava il protocollo d’intesa che riconosceva, per i piccoli trasportatori, le stesse deduzioni forfettarie degli anni passati; era il 29 aprile quanto i ministri Del Rio e Guidi recepivano, di fatto, il protocollo ed era il 23 giugno quanto ancora Graziano Del Rio confermava le stesse deduzioni. Ora, invece, l’Agenzia delle Entrate ha comunicato un taglio di due terzi a queste deduzioni: taglio che determinerà un aumento delle imposte di 4/5 mila euro all’anno per le piccole imprese del settore, e noi stimiamo che potrebbero avvicinarsi al migliaio le piccole ditte che chiuderanno i battenti e che magari si daranno ad attività abusive, con un ulteriore danno per l’erario”. Non usa mezzi termini Casadei, che continua, “in questo caso il governo avrà la responsabilità politica e sociale di aver messo sulla strada, ma non per lavorare, tutti questi trasportatori e le loro famiglie, contravvenendo alla parola data e con l’aggravante di non aver dato alcun preavviso, considerato che il termine ultimo per la chiusura dei bilanci è il 6 luglio e che l’ufficializzazione di questa aberrante decisione è arrivata il 3 luglio”.
Dal punto di vista tecnico, Cna proporrà di chiudere i bilanci dei propri associati tenendo conto delle “vecchie” detrazioni, quelle previste prima della lettera dell’Agenzia delle Entrate giunta stamani, sulle quali graverà un rincaro dello 0,40%, in caso di conferma del taglio. “Abbiamo già chiesto di spostare al 20 agosto questo termine, visto che la comunicazione dell’Agenzia è arrivata appena un giorno prima della scadenza per la chiusura dei bilanci, ma quand’anche la risposta a questa richiesta fosse positiva, rimane la gravità di questo precedente nel quale il Governo viene meno ad una parola data e più volte confermata. E uno Stato che contraddice se stesso non può sperare di essere né affidabile, né credibile”.