Terremoti, alluvioni, rischi geologici: per rispondere alle domande dei cittadini, in una giornata di divulgazione, il Consiglio Nazionale dei Geologi ha indetto per il 6 settembre la giornata sui Geo-Rischi. Nell’occasione, scenderanno in piazza anche i Geologi dell’Emilia Romagna, regione duramente colpita dal terremoto del 2012, per incontrare i cittadini e mostrare loro la carta geologica. “Il terremoto che ha sconvolto una vasta area della nostra regione nel maggio del 2012 ci ha ricordato che tutto il territorio regionale è esposto a questo rischio, come i documenti storici ci insegnano, ma come l’uomo spesso tende a voler dimenticare. Adesso saranno i geologi a scendere in piazza per incontrare direttamente i cittadini. Lo faremo il 6 settembre anche in Emilia – Romagna”, ha confermato Raffaele Brunaldi , Coordinatore della commissione Protezione Civile dell’Ordine Dei Geologi dell’Emilia-Romagna.
Appuntamento a Bologna con i geologi la mattina del 6 settembre in Piazza dei Celestini con due punti di appoggio in Via Orefici e Piazza Re Enzo. Saranno proprio gli esperti a mostrare alla popolazione la carta geologica, a rispondere a tutte le domande riguardanti terremoti, frane, alluvioni. “I Geo-Rischi derivano dalla presenza contemporanea sul territorio di un pericolo geologico (frane, alluvioni, terremoti ecc) e di strutture e persone potenzialmente vulnerabili (edifici, infrastrutture) – ha proseguito Brunaldi – la cui vulnerabilità è quindi fortemente condizionata dall’ubicazione. Il territorio della Regione Emilia Romagna, a causa della conformazione geologica e dell’intensa presenza abitativa, è particolarmente esposto a diversi rischi geologici. Come sappiamo, purtroppo negli ultimi anni si sono verificati diversi eventi che hanno pesantemente colpito la popolazione della nostra regione, la sua struttura sociale ed economica mettendo in evidenza che la sicurezza del nostro vivere, delle nostre case e delle nostre scuole non sia affatto scontata nella totalità del nostro territorio”.
Nelle zone montane e collinari – ricordano i geologi – “si verificano regolarmente frane e smottamenti di grandi e piccole dimensioni che arrivano a colpire direttamente strade e case. La pianura, dove le acque sono state canalizzate ed i fiumi costretti all’interno di argini, ha visto ultimamente importanti alluvioni causate proprio dalla rottura di questi ultimi. Infine la costa è erosa da mareggiate sempre più forti”.
L’unica strada è la conoscenza. “Il nostro territorio mostra la sua fragilità e l’unico modo per prendere i necessari provvedimenti è la conoscenza approfondita di questi fenomeni – ha proseguito Brunaldi – delle loro cause e del loro sviluppo una volta innescati. La conoscenza approfondita del territorio, della sua evoluzione e la valutazione dei Geo-Rischi sono alcune delle attività del geologo, che può e deve essere consultato dagli amministratori per conoscere meglio la realtà del territorio ed i rischi a cui le componenti naturali lo espongono”.
Uno dei termini più utilizzati negli ultimi anni in corrispondenza di calamità naturali è stato “resilienza”, definito come “la capacità di un sistema, una comunità o una società esposti a catastrofi di resistere, assorbire, adattarsi e riprendersi dagli effetti di una catastrofe in maniera efficiente e tempestiva, attraverso la protezione e il ripristino delle sue strutture e funzioni essenziali”.