“Non possiamo stare fermi, non possiamo assistere a un calo così prolungato nel tempo del numero dei bambini vaccinati, che mette a rischio la salute di tutti. Dobbiamo agire con altri provvedimenti rispetto alla semplice sensibilizzazione, e non capisco perché si sia smesso di segnalare alla procura dei minori le famiglie che non vaccinavano i propri figli. Dobbiamo valutare di ripristinare questa pratica. Porrò il problema in giunta”.
In regione è l’assessore alla Sanità, Sergio Venturi, a parlare a Repubblica dopo che si è diffusa la notizia della morte al Sant’Orsola di una bimba di 28 giorni per pertosse. Una malattia per cui oggi esiste il vaccino, ma sono sempre di più i genitori che decidono di non sottoporre i propri figli a questa profilassi. “Chi fa questa scelta non la fa solo per sé, ma ha delle responsabilità nei confronti della comunità – spiega Venturi – Perché il rischio è che chi non può essere vaccinato (come bambini troppo piccoli oppure immunodepressi che per qualche motivo non possono fare il vaccino) venga in contatto con chi ha scelto di non immunizzarsi, e quindi magari è ammalato. In questo caso, la pertosse è stata fatale a una bimba di neanche un mese, ma non si doveva arrivare fino a questo punto”.
In Emilia-Romagna, si legge nell’articolo “in un solo anno, tra il 2013 e il 2014, la nostra regione è scesa sotto la soglia di guardia del 95% di bimbi vaccinati nelle malattie più gravi, tra cui appunto la pertosse. L’antipoliomelite è passata da una percentuale di copertura del 96,10% al 94,8%, il vaccino contro la difterite dal 96% al 94,72%, quello contro la pertosse dal 95,78% al 94,44%, l’epatite B dal 95,78% al 94,49%. Non si tratta di una soglia simbolica: alcune malattie quando si scende sotto il 95% dei vaccinati tornano ad essere pericolose”.
“Siamo al di sotto della soglia di sicurezza, i bambini vaccinati sono troppo pochi – dice Venturi – questi numeri significano che un bimbo su 20 non è vaccinato, quindi significa che ce n’è uno per classe. Non va bene, e la politica non c’entra niente, è un problema di sicurezza dei bambini. Ne parlerò in giunta, il problema va affrontato”. Il trend è nazionale (anche ieri il ministero della Salute ha diffuso i grafici che inidcano il calo in tutta Italia di questa pratica) ma ci sono anche Regioni dove la copertura, almeno per le vaccinazioni obbligatorie, aumenta. Come il Lazio, che nel 2014 aveva superato il 97% dei bimbi vaccinati, partendo da un dato più basso.
“Ora basta – dice l’assessore – non c’è obiezione di coscienza possibile da parte di un medico quando il vaccino è obbligatorio. Le argomentazioni di chi è contrario ai vaccini sono inqualificabili”.
Qualche tempo fa al Sant’Orsola ci fu un’epidemia di morbillo tra gli operatori sanitari, adulti non coperti dalla vaccinazione che fino a qualche anno fa non esisteva. L’obbligo di segnalare alla procura della Repubblica presso il tribunale dei minorenni “l’inadempienza alle vaccinazioni d’obbligo” è stato tolto con una delibera regionale dell’11 novembre 2013 che recepiva la “più recente giurisprudenza” sul fatto che la segnalazione andava fatta solo quando anche “espressione di incuria o abbandono”.
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