Finalmente una inversione di tendenza in Emilia-Romagna. Dopo una pesante recessione durata tre anni, si vedono chiari segnali di risveglio, che potrebbero preludere a una fase di crescita duratura. Salgono produzione, vendite, ordini, e non mancano riflessi positivi sull’occupazione.
L’Emilia-Romagna mostra sempre un differenziale positivo rispetto al resto del Paese – ricorda una note di Unioncamere – di qualche punto decimale: questo consentirà di crescere dell’uno per cento nell’anno in corso, stima che potrebbe anche essere rivista al rialzo.
Sarà ancora il comparto manifatturiero a trainare l’economia regionale nel prossimo biennio: nel 2015 la crescita dell’industria sarà di poco inferiore al 2 per cento, nel 2016 sfiorerà il 3 per cento.
Queste le principali indicazioni dell’indagine congiunturale relativa al secondo trimestre 2015 sull’industria manifatturiera, realizzata in collaborazione tra Unioncamere Emilia-Romagna, Confindustria Emilia-Romagna e Intesa Sanpaolo, che è equivalsa a circa 33.000 addetti.
Anche per gli ammortizzatori sociali, nei primi sette mesi del 2015 le ore autorizzate, tra ordinaria, straordinaria e in deroga, sono molto diminuite rispetto a un anno prima (-34 per cento).