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Cimice asiatica, l’Università fa appello ai cittadini

da | Nov 15, 2015 | In Primo Piano, Ultime news | 0 commenti

La Halyomorpha halys, l’ormai nota cimice di origine asiatica che da alcuni anni ha raggiunto il territorio italiano (Nord Italia in particolare), colonizzando le campagne e in parte le abitazioni, rivela una enorme potenzialità invasiva, tanto che ora a sostegno del contrasto verso questo insetto giunge un finanziamento della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena e delle Cooperative ortofrutticole modenesi, finalizzato al progetto di studio coordinato da Roberto Guidetti e da Lara Maistrello di Unimore – Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia per l’elaborazione di strumenti innovativi utili alla gestione sostenibile di questo insetto che ne implementino il monitoraggio e che potrebbero essere utilizzati efficacemente per catture di massa.
La capacità invasiva di questo insetto è molto ben attestata – tra l’altro dagli approfonditi studi, che sta conducendo su di essa il gruppo di lavoro coordinato da Lara Maistrello, entomologa, ricercatrice presso il Dipartimento di Scienze della Vita di Unimore.
Secondo i ricercatori Unimore che, per primi, la individuarono sul territorio italiano nel 2012 durante una raccolta di insetti a scopo didattico in provincia di Modena, l’Halyomorpha Halys minaccia di diventare una vera calamità per l’agricoltura italiana. Questo perché dimostra una notevole resistenza: la percentuale di cimici che sopravvive al periodo invernale si attesta, infatti, a oltre il 20 percento ed è alta la sua capacità riproduttiva con due generazioni ogni anno e diversi stadi di sviluppo durante l’estate. Inoltre, la possibilità di controllo da parte di antagonisti naturali autoctoni è attualmente irrilevante, così come quella attraverso la lotta chimica che è scarsamente efficace anche a causa della notevole mobilità soprattutto nei giovani adulti.
Lo conferma anche un documento stilato durante l’ultima conferenza stato-regioni, dove  – tra l’altro – si cita l’impegno di Unimore sul fronte dello studio e del contrasto alla diffusione di questo insetto condotto insieme al Servizio Fitosanitario dell’Emilia Romagna ed i Consorzi Fitosanitari di Modena e Reggio Emilia.
Nell’estate appena trascorsa, complice anche il clima caldo umido, si è assistito ad una vera e propria esplosione della popolazione di Halyomorpha halys con ingenti perdite di raccolto nel modenese (fino all’80 percento) con frutti deformi, soprattutto sul pero, coltura molto importante per l’economia agricola locale. Inoltre sono ampi i timori per le manifestazioni del danno post-raccolta (pere in frigoconservazione apparentemente integre, che al momento del consumo mostrano colorazioni e consistenze alterate). L’Italia è il primo paese in Europa in cui Halyomorpha halys sta iniziando a causare danni consistenti alle colture.
Dalle osservazioni raccolte finora – ha dichiarato Maistrelloè emerso che nel 2015 la cimice ha popolazioni in fortissima crescita in Emilia e con una rapida evoluzione in quasi tutto il Nord Italia. L’invito che rivolgiamo a tutti i cittadini è di continuare a collaborare segnalando (tramite foto) il rinvenimento di cimici “sospette”, indicando luogo, data e numero di individui avvistati. In particolare, è importante rilevare segnalazioni dalle aree in cui la presenza è solo puntiforme o ancora non è nota, ossia da Romagna, Ferrara, Parma e Piacenza, aree collinari-montagnose dell’Emilia, Trentino Alto Adige, Val d’Aosta e da tutto il Centro e Sud Italia“.
Nel frattempo il consiglio che giunge dai ricercatori Unimore alla cittadinanza è  di intervenire ciascuno nelle proprie case procedendo alla raccolta e all’eliminazione delle cimici tramite mezzi fisici (annegamento in acqua saponata), evitando il ricorso a insetticidi (leggi qui per saperne di più)
L’occasione per fare il punto della situazione sulla “cimice diabolica” – prosegue Maistrellosarà il convegno che si terrà a Modena ai primi di febbraio, dove presenteremo i risultati delle diverse indagini in corso e renderemo note le indicazioni sulle strategie di difesa da attuare in campo nel 2016. È previsto anche l’intervento di uno tra i massimi esperti sulla biologia ed il controllo di Halyomorpha halys, che porterà l’esperienza degli Stati Uniti, dove a seguito dell’introduzione accidentale, questa cimice ha provocato danni alle colture per oltre 37 milioni di dollari, ed è stata riconosciuta tra i più devastanti fitofagi degli ultimi anni”.

Per ulteriori informazioni e segnalazioni contattare: lara.maistrello@unimore.it  oppure mbariselli@regione.emilia-romagna.it

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