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Imprese e beni sequestrati alle mafie: dati “ritardati” per l’Emilia-Romagna

da | Nov 14, 2015 | Ultime news | 0 commenti

“Proprio nei giorni scorsi, la Camera dei Deputati ha approvato il testo della riforma del Codice Antimafia – che ora passerà al Senato – con al centro norme più efficaci e decisive per la migliore gestione dei patrimoni e, sopratutto, delle imprese sequestrate e confiscate alle mafie.
Un passaggio più che necessario anche per la nostra realtà emiliano- romagnola”. Esordisce così il testo scritto da Franco Zavatti, Cgil Modena-responsabile legalità e sicurezza Cgil Emilia-Romagna per fare il punto su ciò che sarebbe necessario riguardo i beni sequestrati alla mafia nella nostra regione.
“In primo luogo, è assolutamente urgente avviare una riforma che sblocchi l’accumulo crescente dei beni sequestrati e/o confiscati e che poi difficilmente trova lo sbocco di una gestione sociale rapida, utile per la collettività ed educativa per chi sopporta o si adatta all’economia infiltrata o collusa.
In particolare, gravissimo ed insopportabile è il dato che vede la gran parte delle aziende sequestrate – comprese quelle in Emilia Romagna – finire nell’inattività e poi nel fallimento.
Ma il punto assolutamente di novità è che…proprio da qui eravamo partiti con la nostra proposta di legge di Iniziativa Popolare “io riattivo il lavoro”, depositata alla Camera nel giugno di due anni fa,e con il punto più alto di 26.000 firme raccolte proprio in questa regione, e promossa da Cgil, Libera, Avviso Pubblico, Acli, Arci, Lega Coop, Sos-Imprese.
Nella storia parlamentare degli ultimi 35 anni, su 260 testi proposti dal “popolo sovrano”, è la prima volta (!!) che la genesi di una legge così fondamentale, trova le radici in una proposta di iniziativa popolare.
Nel merito, si ribadisce l’assoluta necessità di sbloccare un meccanismo che altrimenti rischia di mostrare l’antimafia, che colpisce i patrimoni malavitosi, come inefficace, ed anzi dannosa, se si arriva al fallimento di imprese che “la mafia faceva invece lavorare” !

Anche in Emilia Romagna ciò è sempre più urgente.
Basta rivedere l’ampiezza allarmante dei dati del solo ultimo anno (agosto 2014- agosto 2015).
Beni sequestrati n° 696. Beni confiscati n° 355, ponendoci 4° regione in tutta Italia !
Nel solo ultimo anno sono perciò ben 1.051 i patrimoni sequestrati o confiscati nelle nostre province, per un valore di centinaia di milioni, ai quali vanno aggiunte le parecchie decine di sequestri legati ad Aemilia, oltre che i numeri degli anni precedenti.
Numeri allarmanti a quattro cifre e che rivelano un allarme che da tempo segnaliamo. Tempi troppo lunghi e modalità complesse tra il sequestro dei beni, la confisca definitiva, l’utilizzo pubblico e sociale di quei patrimoni sottratti alle mafie, anche qui da noi.
Patrimoni finanziari ma sopratutto immobiliari con terreni, abitazioni ed aziende.

Aziende, appunto.
Preoccupazioni purtroppo confermate dai dati avuti in questi giorni dalla ANBSC- Agenzia Nazionale dei Beni Sequestrati/Confiscati e che riguardano l’Emilia-Romagna.
A fronte della più che notevole dimensione numerica soprarichiamata, in ottobre l’Agenzia stranamente certifica che nella nostra regione sono solamente 17 le imprese “assegnate in gestione” ad un Amministratore Giudiziario. Niente altro si dice sul tanto che resta !
– 5 in provincia di Bologna, prevalentemente S.r.l. del settore immobiliare ed una S.p.a. di servizi finanziari: Mipa – Fox T. – Immobiliare Svil – Immobil.Adriatica – Sas It. Tutte attualmente “inattive”.
– 4 in provincia di Rimini, tutte S.r.l. del settore alberghiero, servizi, immobiliare: Vesuvio- Gebar- la Greppia – C Immobil. Solamente una è dichiarata ” attiva”.
– 3 a Modena: Fast Service coop- Edil Più srl- FT Capital srl. Stranamente la tabella dell’Agenzia Nazionale nulla specifica in merito alla attività in corso, ma ci risultano “inattive”.
– 2 a Forlì anch’esse “inattive” : Sor-Nova srl – Sornova Srl.
– Le restanti 3 Srl suddivise fra Ferrara, Parma e Ravenna e senza specificare la eventuale continuità lavorativa.
Tutto qui! Numeri striminziti e panorama sconfortante a proposito della attività della Agenzia Nazionale.

Con la proposta di “io riattivo il lavoro” e l’avvio dell’iter legislativo, si stanno ottenendo punti di novità notevole:
– un controllo “distrettuale”, e non più centralizzato, della gestione (nefasta) dei beni bloccati alle mafie
– il possibile “utilizzo immediato e provvisorio” degli immobili sequestrati per finalità sociali urgenti.
– un Fondo di garanzia per le imprese sequestrate, per assicurare la continuità del lavoro e sostenere la regolare assunzione di quei lavoratori.
– la costituzione di “tavoli provinciali” presso le Prefetture, col coinvolgimento diretto delle istituzioni locali e forze sociali rappresentative. Tavoli peraltro già previsti, ma mai attivati.

Buone tracce, oltre che per la ormai prossima legge, anche per la buona “Consulta Regionale sulla legalità” recentemente costituita in Emilia Romagna a seguito della sigla del Patto per il lavoro e la legalità del luglio scorso”.

 

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