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Italia prima nella cura del cancro

da | Nov 25, 2015 | Editoriale | 0 commenti

di Andrea Lodi *

Nonostante la corruzione, gli esuberi, gli sprechi (argomento trattato in un articolo pubblicato nell’ottobre del 2014) e i tagli continui alla sanità pubblica di cui, purtroppo, leggiamo notizie quotidianamente, l’Aiom (Associazione Italiana di Oncologia Medica) certifica l’Italia come primo paese in Europa per guarigione da varie forme di tumori.

Primi in Europa e nel mondo

L’Italia primeggia nella guarigione del cancro al colon (60,8% contro 57%), del seno (85,5% contro 81,8%) e della prostata (88,6% contro 83,4%). Oggi abbiamo a disposizione anche nuove armi come l’immuno-oncologia, che ha dimostrato di allungare significativamente la sopravvivenza a lungo termine nel melanoma ed evidenzia risultati notevoli anche nei “grandi mietitori” quali il tumore del polmone e del rene. Presso il Policlinico Santa Maria alle Scotte di Siena, infatti, in dieci anni più di 700 pazienti sono stati trattati con queste terapie innovative che stimolano il sistema immunitario a combattere il cancro. I risultati ottenuti ne fanno la capofila a livello mondiale.

Il Nibit (Network italiano per la bioterapia dei tumori), che riunisce le 50 più importanti strutture italiane, ha come obiettivo primario quello di promuovere sperimentazioni pre-cliniche e cliniche, in modo da portare risultati immediati al letto del paziente. Per questo motivo, nel 2012, nasce la Fondazione Nibit, allo scopo di realizzare studi spontanei con finalità non commerciali.

 L’ignoranza degli italiani

Il popolo italiano, da quanto dichiara il presidente Aiom Carmine Pinto, ”non conosce questi importanti risultati: per il 41%, infatti, non esistono terapie efficaci, il 54% ritiene che si debba ancora parlare di male incurabile e il 72% non ha mai letto nulla sull’immuno-oncologia”.

Ma l’ignoranza in campo di tumori non è certificata solo a livello scientifico; anche il cinema fa la sua parte, suggerisce Marco Sberveglieri, cinefilo e blogger di cobain86.com: “nel film “50 e 50”, uscito nel 2011 per la regia di Jonathan Levine (basato su una storia vera), un ragazzo ha un tumore alla base della spina dorsale in una zona molto difficile da operare, con un alto rischio di paralisi. La paura e il progressivo allontanamento delle persone “futili” viene evidenziato in maniera netta, quasi come se il tumore fosse una lente d’ingrandimento delle persone che tengono veramente a noi”.

Il cancro si può sconfiggere

Restando sempre in ambito cinematografico Marco suggerisce un’altra pellicola notevole: “Colpa delle stelle”, film uscito nel 2014 e diretto da Josh Boone, tratto dall’omonimo romanzo di John Green, racconta di due adolescenti che si innamorano durante la terapia di gruppo, a dimostrazione che “il tumore non deve uccidere la nostra voglia di vivere, amare e relazionarci con le altre persone (per quanto questo possa essere ostacolato dal progredire della malattia)”.

Il tumore, in alcuni casi, non è più una diagnosi mortale: si può guarire e ritornare alla propria vita e se questo è possibile lo dobbiamo a tutti gli istituti che svolgono ricerche tumorali come l’Airc, in modo che la parola “cancro” non sia più una condanna definitiva.

È importante sostenere la ricerca per premiare le eccellenze italiane, per riconoscere il merito dei ricercatori e continuare a migliorare, sperando un giorno di poter curare tutte le varianti dei vari tumori e offrire così una speranza a chi soffre.

Andrea Lodi con la collaborazione di Marco Sberveglieri

* Andrea Lodi, originario di San Prospero (MO) è aziendalista, specializzato in Pianificazione Strategica. Giornalista economico, da gennaio 2009 cura “Economix“, la rubrica economica di PiacenzaSera.it; da settembre 2014 collabora con SulPanaro.net

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