Un no deciso al rischio di “liberalizzazione” da parte della Ue dei vitigni che sono espressione inequivocabile di un territorio. E’ quello espresso dall’assessore regionale all’agricoltura Simona Caselli a proposito del Lambrusco. “E’ vero che il Lambrusco non è di per sé una denominazione geografica, ma da sempre è identificato con varietà che invece hanno un preciso riferimento territoriale: Sorbara, Santa Croce, Castelvetro, nel Modenese, Montericco nel Reggiano. Non è un particolare di poco conto, ma la riprova che stiamo parlando di una famiglia di vitigni che sono tipici dell’Emilia e di una parte del mantovano, da sempre coltivati esclusivamente in queste zone e che come tali sono identificati in tutto il mondo.” “So che il ministero delle Politiche agricole sta seguendo la vicenda e che già nell’estate ha espresso motivatamente la propria contrarietà alla proposta della Commissione Ue di rivedere l’attuale regolamento che tutela i vini Dop e Igp – ha concluso Caselli – Come Regione sosterremo con forza questa posizione nell’interessa dei nostri produttori e del nostro territorio”
Liberalizzazione del Lambrusco, c’è un coro di “No”
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