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Fondi regionali: per Richetti non uso personale

da | Dic 12, 2015 | Ultime news | 0 commenti

Nei confronti del deputato Pd Matteo Richetti, di Anna Pariani e Marco Barbieri, ex consiglieri regionali in Emilia-Romagna, “non risulta la prova di una condotta appropriativa”, integrata “dall’aver utilizzato fondi pubblici per una destinazione privata e personale”, diversa da quella prevista normativamente. E’ la conclusione a cui arriva il Gup motivando la sentenza che il 13 novembre ha assolto i tre perché il fatto non sussiste, dall’accusa di peculato per i rimborsi tra 2010 e 2011. Si legge in Ansa.

“Si è in presenza – osserva il giudice – di un impianto normativo che ha stabilito di utilizzare il denaro pubblico per rimborsare, oltre alle spese ricollegate alla funzione istituzionale del consigliere, anche quelle poste in essere nella sua attività politica svolta all’interno del gruppo consiliare, distinta dalla prima, ma ricollegata alla funzione istituzionale”. E, si legge in un altro passaggio, “le spese strumentalmente ricollegate alle attività politiche propriamente dette assolvono allo scopo di garantire il funzionamento del gruppo stesso e quindi non possono essere considerate estranee alla previsione normativa”. Dunque, anche “spese di trasporto, di ristorazione, di acquisto o locazione di beni strumentali non possono essere considerate, in base alla loro natura, estranee alla finalizzazione di garantire il normale funzionamento del gruppo consiliare”. Nel caso di Richetti, venivano contestati circa 5.700 euro: spese per pernottamento in alberghi, ristorazione, acquisto di giornali, trasporti. Per il giudice “tali tipologie di spese possono sicuramente essere ricomprese tra quelle necessarie per il funzionamento del Gruppo consiliare e non possono essere ritenute, per la loro natura o caratteristiche, di per se stesse estranee all’attività politica del consigliere”. Non si è infatti “in presenza di spese vietate da norme di legge”, né “che abbiano comportato il diretto trasferimento del denaro a Richetti”, oppure “giustificate da documentazione falsa” o “manifestamente sproporzionate rispetto al fine pubblico”. Nessuno di questi rimborsi è ritenuto dunque illecito, perché ‘abnorme’. Anche sulla spesa per il pernottamento del 30 agosto 2011, in un hotel di Riva del Garda, dove Richetti andò per un convegno politico e dove risultò alloggiare anche la moglie, le indagini hanno accertato che la presenza della donna non comportò nessun aumento di spesa.

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