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Aemilia, Gerrini si difende: “A Finale tutto regolare”

da | Gen 12, 2016 | In Primo Piano, Finale Emilia, Ricostruzione, Ultime news | 0 commenti

Abuso d’ufficio aggravato, ovvero, favorito negli appalti della ricostruzione post sisma la ditta Bianchini. E’ l’accusa di cui ha risposto ieri davanti ai giudici del processo di mafia Aemilia il geometra del Comune di Finale Giulio Gerrini. Per lui un interrogatorio fiume in cuisono stte presentate le ipotesi della Procura, secondo cui Gerrini avrebbe intrattenuto a suo tempo rapporti con affiliati della cellula di ’ndrangheta emiliana e quindi gli ipotizzati abusi sono aggravati da quanto prevede l’articolo 7 della legge 203 del 1991: ovvero, il dolo specifico di agevolazione dell’associazione mafiosa. Gerrini era responsabile dei Lavori pubblici al Comune di Finale Emilia,  fino alla sua sospensione a seguito degli arresti domiciliari, alla fine di gennaio dell’anno scorso. Lo stesso municipio finalese, guidato dal sindaco Nando Ferioli in scadenza a primavera, è così finito a sua volta sotto i riflettori e rischia lo scioglimento, se il dossier attualmente al vaglio del ministero dovesse confermare l’ipotesi delle mancate barriere antimafia in questi ultimi difficili anni di amministrazione.

Ma tornando all’udienza di ieri, si legge su Prima Pagina, nel pomeriggio i pm della Dda Marco Mescolini e Beatrice Ronchi hanno interrogato prima i legali di Gerrini, difeso dall’avvocato Pier Francesco Rossi, e poi lo stesso geometra. L’interrogatorio è durato ben oltre due ore, si è scesi a più riprese nei dettagli tecnici dei fatti contestati. «Abbiamo fatto comprendere alla Procura quello che era il reale ruolo del geometra e la sua assoluta estraneità ai fatti di questo processo penale», hanno detto appena usciti dall”aula-bunker di BolognaFiere i legali di Gerrini. E hanno continuato: «Abbiamo spiegato che non c’è stato alcun abuso, che tutto quello che è stato fatto è stato fatto in maniera lecita. E l’amministrazione comunale era perfettamente a conoscenza – è stata la tesi difensiva ribadita anche ieri – di quello che era il modus operandi in quel momento drammatico del sisma. Il geometra Gerrini era direttore dell’ufficio tecnico comunale, per cui ha lavorato nell’interesse dell’amministrazione comunale, della Regione e anche dello Stato italiano». Di più: «Gerrini ha fatto risparmiare diversi denari allo Stato», hanno assicurato gli avvocati.

Nell’ordinanza di arresto di Gerrini, fra l’altro, era annotato più volte come il geometra avesse ottenuto un proprio profitto, quantificato pari a 112mila euro, dalle progettazioni post sisma. «I 112mila euro? Sono cifre – hanno continuato i legali – assolutamente non corrispondenti al vero, anzi quel che è emerso in questo senso è poco e niente: ed erano comunque compensi leciti, erano contributi che provenivano grazie alla cosiddetta legge Merloni (la vecchia legge quadro in materia di lavori pubblici, ndr) in vigore all’epoca».ia cautelare per i reati più gravi. Così hanno commentato i legali appena il poliziotto è uscito dall’aula, dove è stato incalzato da Mescolini e Ronchi: «Abbiamo contestato che siano state delle minacce, sostanzialmente non ci sono state. Sull’associazione mafiosa, confermiamo quello che già il Riesame aveva rilevato annullando l’ordinanza di scarcerazione: non ci sono assolutamente indizi di colpevolezza». Dopo le dichiarazioni spontanee e gli interrogatori di ieri, Aemilia riprenderà lunedì 18; sono programmate udienze il 20, il 22 e il 25, dopo il 20 è attesa la requisitoria dei pm.

 

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