A due anni dall’esondazione del Secchia che tenne sott’acqua per diversi giorni mezza provincia, il comitato di cittadini Arginiamo fa il punto su quello che è accaduto e quello che è stato fatto. Ecco cosa scrivono sulla loro pagina Facebook.
“Articolo commemorativo per il bi-anniversario dell’alluvione che sommerse Bastiglia e Bomporto il 19 gennaio 2014. Il nostro punto di vista.
Iniziamo subito col dire in maniera inequivocabile che allo stato dell’arte attuale il sistema idraulico fluviale –particolarmente per il Secchia- NON è in sicurezza.
ArginiaMO si era riservato sul finire dell’anno scorso di fornire le risposte attese dai cittadini dopo aver verificato le condizioni arginali in seguito agli interventi eseguiti da Aipo, e soprattutto dopo aver effettuato una ricognizione puntuale dello stato generale attuale di Secchia e Panaro sulle tratte che più interessano i nostri due comuni: dal Ponte dell’Uccellino a Ponte Motta. Ciò, per fornire un’immagine realistica del Prima e del Dopo.
Che cosa è stato fatto (il Come è stato fatto non ci è dato di saperlo dal momento che la qualità del lavoro eseguito da Aipo lo si capirà col tempo)?
La foresta arginale è stata ridotta per il 70 per cento; qualche lavoro di consolidamento sui due fiumi è stato realizzato, purtroppo senza l’impiego di reti di contenimento dei cosiddetti massi ciclopici, e l’esperienza ci insegna che senza reti di contenimento i massi finiscono inevitabilmente per precipitare. In altri punti, la foresta inestricabile è rimasta intonsa, e ciò è inspiegabile.
In poche parole è stato preparato il lavoro; ora occorre eseguirlo il lavoro.
Le risposte che tutti attendiamo, finora inutilmente. In ottobre 2014 ArginiaMO partecipa al Seminario indetto dalla Regione col titolo Seinonda riguardante il Piano di gestione del rischio di alluvioni. Iniziativa interessante e partecipata a cui ArginiaMO ha fornito risposte proprie. Ci lasciamo con l’impegno che i nostri suggerimenti e le nostre istanze saranno prese nella debita considerazione.
Il fatto grave. Nel luglio 2015 Il Comitato ArginiaMO presenta ufficialmente –con tanto di protocollo e di ricevuta di lettera raccomandata- ai sindaci di Bastiglia e Bomporto e all’assessore Gazzolo una Mozione cittadina in cui si richiede esplicitamente una risposta dettagliata per sapere quali sono gli interventi previsti per la messa in sicurezza del sistema idraulico fluviale (dove, in quali punti e con quale costo); quali sono gli interventi futuribili (dove, in quali punti e con quale costo, oltre alle eventuali ragioni del differimento). Ma soprattutto ArginiaMO chiede di conoscere le DATE di questi interventi. Questa sacrosanta richiesta viene anche pubblicata sui principali quotidiani.
In questa occasione ArginiaMO e crediamo i cittadini tutti hanno avuto modo di capire l’esatta percezione del livello di considerazione tenuto dalle nostre autorità nei confronti dei cittadini:
Zero, dal momento che –malgrado I ripetuti solleciti- nessuna risposta è mai giunta. E, badiamo bene, qui si tratta di argomenti vitali.
In ottobre 2015 ArginiaMO riesce a partecipare al convegno indetto dalla Regione e rivolto agli amministratori del territorio dal tema Il piano di gestione del rischio alluvioni. In questa occasione abbiamo modo di assistere ad uno sfoggio di competenze potenziali davvero di alto livello (senza ironia). Vengono illustrati piani dettagliatissimi di interventi di messa in sicurezza, ma tutti SENZA DATA. Al convegno partecipano figure istituzionali di alto livello, alcune delle quali responsabili della gestione fallimentare del disastro di gennaio 2014. Ciò significa che nessuno ha pagato. La buona notizia è che si affaccia una figura nuova, quella dell’ing Galvani, nuovo direttore di Aipo. Si tratta di una persona agli antipodi del precedente (colpevole in prima persona del disastro dell’alluvione per totale mancata manutenzione dei fiumi di cui era responsabile, ma premiato per questo dalla politica con la promozione al Mose). L’ing Galvani, ad una nostra precisa richiesta (la mancanza di date di scadenza dei lavori da fare), risponde testualmente “Colgo un’istanza di risposte, che ci impegniamo a soddisfare al più presto”. Ad oggi, regna ancora il silenzio assoluto.
Infine, l’incontro del 19 a Bastiglia per celebrare la ripresa della vita della cittadina e soprattutto per illustrare le norme comportamentali da tenere in caso di emergenza idrogeologica (a questo proposito ArginiaMo ha già preparato un proprio studio molto dettagliato in materia e ne ha regalato copia agli amministratori). Incontro partecipato, ben condotto e ricco di promesse allettanti (si è parlato di messa in sicurezza addirittura dell’intero tracciato fluviale!). Purtroppo, tutto questo senza mai alcuna data, neppure previsionale. L’incontro si prefiggeva anche di tranquillizzare gli animi (giustamente allarmati), banalizzando in qualche maniera il concetto di allerta. Ciò è grave e non è corretto (ad un certo punto un signore che sedeva dalla parte degli oratori ha talmente banalizzato da suscitare un moto crescente di dissenso in sala, prontamente stabilizzato dall’abile sindaco che presenziava).
Tutto ciò rappresenta un’immagine deleteria della politica intesa come mestiere, in cui la regola principale è di rispettare le suscettibilità di chi un domani potrebbe decidere della tua promozione, sempre in ambito politico purtroppo: il contrario di ciò che deve essere la politica come la intendeva Platone, cioè un servizio.
Infine, una nota di “colore”: ad un certo punto si è sentito parlare di alzare gli argini di un metro. L’unico augurio che facciamo è di non farlo, cioè di non estendere il volume in altezza ma in larghezza! Pensate ai sifonamenti (acqua che attraversa da parte a parte l’argine) che risulterebbero nella malaugurata ipotesi di un riempimento totale supplementare di ciò che resta dell’alveo! Si otterrebbe un ulteriore indebolimento degli argini, già ridotti a pastafrolla dalle innumerevoli anomale piene. Si è anche detto che si vuole mettere in sicurezza il fiume per essere in grado di fare fronte ad una piena di tipo “ventennale”; replichiamo dicendo che questo è troppo poco: si deve mettere in sicurezza il fiume per potere fare fronte ad una piene di tipo “centennale” almeno.
Ai cittadini che ci leggono dobbiamo esporre i fatti come sono, senza condirli di false speranze: in un inverno, finora il più secco e caldo degli ultimi 200 anni, siamo riusciti ad andare per ben due volte in piena impegnando il fiume da domenica fino a giovedì! Confrontando la situazione con una simile dello scorso anno (34 mm d’acqua per l’onda di
m 7,1 che partiva da m 2,8 e 41 mm per l’onda di m 9,36. che partiva da m 5,8) che sono quantità moderate d’acqua anche se aiutata dalla neve sciolta dal caldo di lunedì 11 gennaio, dobbiamo purtroppo dire che il rapporto non è cambiato: abbiamo sempre 1 metro d’acqua al Bacchello per 10 mm d’acqua in montagna! Il deflusso sembra migliorato ma di appena il 10 per cento. Sono dati che restano allarmanti. Non osiamo immaginare cosa potrebbe succedere se arrivasse una bomba d’acqua come quelle che ci hanno sfiorato ultimamente a Imola, Parma e Piacenza.
In chiusura, più di qualsiasi discorso valgono le fotografie che pubblichiamo, che ci fanno vedere come il Secchia che negli anni ’80 aveva una larghezza media di 50 m ora ne raggiunge a malapena una ventina; le golene, a causa delle piene continuative hanno finito per riempirsi di fango, finendo per assumere una pendenza contraria. Ecc”.