Quel maledetto giorno di due anni fa, Bastiglia si svegliò in uno stato di calma apparente: io e altri volontari di protezione civile fummo allertati e radunati in piazza, qualcosa era successo ma non si sapeva bene cosa. Dopo qualche ore quello stato di calma apparente divenne un incubo quando recatomi a San Clemente, vidi l’enorme lago che si era già formato e il Secchia entrare a Bastiglia. Dalle informazioni che mi erano giunte di primo mattino, tutto sembrava sotto controllo, specie quando ci fu detto di predisporre una barriera di sacchi di sabbia alta poco più di 50 cm. adiacente il ponte sul Naviglio dentro Bastiglia, questo perché a Bastiglia “dissero” che sarebbero arrivati 30 cm. di acqua, tanto da predisporre un centro di prima accoglienza alle scuole Mazzini; il mio collega che si trovava li a sorvegliare ed eventualmente accogliere i cittadini, fu costretto a raggiungere casa a nuoto. Compresi subito che qualcosa era andato storto: o le informazioni dal luogo in cui crollò l’argine arrivarono errate, o furono errate le valutazioni di chi doveva gestire l’emergenza. Ma divenne ancora più complesso operare quando seppi che Oberdan Salvioli, uscito quella notte per prodigarsi volenterosamente a prestare i primi soccorsi, non rientrò a casa: Oberdan avrei dovuto incontrarlo quella domenica sera con altri amici, non lo rivedetti più se non il giorno del suo funerale: era caduto in acqua giù da quel ponte dove erano stati predisposti i sacchi di sabbia. Sono passati due anni da allora, ed è sconcertante vedere che l’inerzia che c’era prima dell’alluvione permane, con l’aggravante che molte domande rivolte all’Amministrazione sotto forma di interrogazione, rimangono senza risposta, quasi come un senso di omertà politica, e vorrei sbagliarmi, a coprire le malefatte di qualcuno. Per quanto riguarda i lavori lungo gli argini del Secchia, la stessa amministrazione di Bastiglia ha messo nero su bianco il fatto che il termine per la ultimazione lavori del 31/12/2015 come da ordinanza regionale, non sarebbe stato rispettato. Ma di pressioni forti per sollecitare AIPO e denunciare l’inerzia dell’Ente non vi è traccia; così come non c’è traccia del certificato di collaudo delle casse di espansione più volte chiesto, e di cui il Comune è sprovvisto evidentemente, essendosi basati solo su una comunicazione telefonica di rassicurazione da parte di AIPO. Già, AIPO, l’agenzia a suo tempo diretta da quell’ing. Fortunato che più volte si è negato agli incontri pubblici che tenevamo al borgo della Bastìa, pur essendo stato invitato. Così come si negò Errani e l’allora sindaco Fogli. Non solo in questo territorio il pd modenese ed emiliano ha preferito agire in solitario in perfetto stile distante da quella democrazia partecipata tanto decantata, ma è stato in silenzio immobile nei confronti di AIPO cui sono delegati i compiti di manutenzione e cura degli argini. Un pd talmente vergognosamente silente e supino, che poche settimane dopo il tragico evento, la commissione tecnica voluta da Errani per far luce sulle cause del crollo dell’argine, liquidò in fretta la pratica con assurde motivazioni a differenza della Procura di Modena che due anni dopo non ha ancora chiuso le indagini per disastro colposo. Ma aveva già iniziato l’allora sindaco Fogli a celare parzialmente la verità con l’ordinanza 2/2014, in cui scriveva di straripamento ed esondazione del Secchia, senza citare il cedimento dell’argine. Motivazioni talmente assurde quelle della commissione tecnica, che consentirono al sen. dem Vaccari di togliere da specie protetta le nutrie, per inserirle fra quelle infestanti e colpevoli con le loro tane di indebolire l’argine tanto da farlo crollare. Sarà anche vero che le tane indeboliscono la struttura, ma è altrettanto vero che allora come oggi, molte di quelle tane sono ancora aperte proprio a causa dell’inerzia di AIPO a cui i Sindaci non sollecitano alcuna azione perentoria, e probabilmente non hanno mai battuto i pugni sui tavoli dell’Ente per esigere la dovuta manutenzione ordinaria antecedente il 2014. Ad oggi si sa che 28 nutrie sono le colpevoli di quella tragedia, così come spiegato nel piano di abbattimento, ed è per me impossibile oltre che incredibile, che il Secchia quella domenica invase Bastiglia, devastando le case e le attività, ma principalmente portandosi con se il nostro Oberdan. Oberdan, che meriterebbe ai sensi di Legge la Medaglia d’oro al Valor Civile e per la quale da più parti ci siamo mobilitati per il riconoscimento, ma ad oggi nessuna notizia. Dinanzi a tanto disinteresse e atteggiamenti simili all’omertà, una domanda sorge spontanea: come possono garantire la sicurezza e legalità gli stessi personaggi colpevoli di inefficienza ? Visto le inadempienze di una parte politica e dei tecnici, è meglio oggi perseguire altre strade sollecitando la Magistratura, sperando che si dimostri più solerte di quanto ha fatto finora, e nei confronti di cui mi rendo disponibile a fornire elementi da me vissuti in prima persona, o delle mancate risposte alle interrogazioni da me presentate, auspicando che almeno la Procura sia in grado di fornire la verità, cosa di cui sono fiducioso, sul perché quella notte il Secchia ha rotto l’argine facendo così tanta strada per portar via con se Oberdan. Oberdan che ricorderemo doverosamente e in silenzio mercoledì 20 alle ore 17.50 deponendo a nome del gruppo che rappresento (Civica La Bastìa), una corona di fiori sul luogo in cui Egli lasciò Bastiglia. Antonio Spica
Quel giorno di calma apparente che si trasformò in incubo
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