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“Restituiteci le chiese terremotate”, appello dal giornale dei vescovi.

da | Gen 9, 2016 | In Primo Piano, Mirandola, Finale Emilia, San Felice sul Panaro, Medolla, Cavezzo, Ricostruzione | 0 commenti

Appello, a quattro anni dal sisma, per restaurare le chiese della Bassa che ancora attendono la ricostruzione. Lo fa Avvenire, il quotidiano della Conferenza episcopale italiana, dei vescovi insomma, che fa il punto sulla desolante situazione in cui versano i nostri centri di culto.

“San Giovanni Battista di Disvetro, frazione di Cavezzo, la parrocchiale di Villafranca, frazione di Medolla, San Biagio in Padule e San Giuseppe al Mulino, che si trovano entrambe a San Felice sul Panaro: oltre il 50% di queste chiese è crollato in seguito al sisma del maggio 2012 e i parrocchiani hanno chiesto di non ripararle e costruirle ex novo”, si legge nell’articolo pubblicato oggi a firma di Flavio Viana.

“La diocesi di Modena-Nonantola è una delle più colpite dal terremoto: gli edifici religiosi lesionati sono 120 e il danno supera i 110 milioni. Malgrado il recente rallentamento dell’iter di valutazione dei progetti, sono stati già recuperati 15 edifici e ci sono tre cantieri aperti. A breve, inizieranno i lavori all’Abbazia di Nonantola. Complessivamente, sono stati finanziati 50 interventi (40 milioni). Anche a Mirandola i lavori al Duomo sono fermi. La copertura dell’edificio è collassata e non è ancora chiaro come reperire i fondi necessari – sei milioni di euro – e come rendere antisismica l’edificio senza demolire le parti rimaste in piedi. Peraltro, nella diocesi di Carpi il terremoto ha reso inagibili 97 chiese su 125. Ad oggi solo 8 sono state riaperte al culto (e 4 erano rimaste agibili): senza contare i danni alle canoniche e alle altre strutture ecclesiali, la diocesi può contare per l’attività pastorale sul 10% delle chiese di cui disponeva quattro anni fa. Attualmente, sono in corso 10 cantieri, tra cui quello della cattedrale, 38 progetti vanno ancora approvati e 29 devono essere tuttora presentati. Per 22 di questi ultimi mancano ancora i finanziamenti: 12 sono chiese. L’Arcidiocesi di Bologna si è trovata invece con 180 edifici religiosi danneggiati e 112 inagibili: una trentina è stata recuperata ma restano più di ottanta immobili inagibili. Al momento, la Regione ha finanziato interventi per 25 milioni di euro, ma il fabbisogno è di 85 milioni, quindici dei quali, tuttavia, sono relativi a interventi in fase di approvazione con finanziamenti già stanziati. Non meno grave la situazione dell’Arcidiocesi di Ferrara e Comacchio, dove il terremoto ha danneggiato 222 edifici religiosi, tra cui 113 chiese, ovvero il 53% del totale. Ad oggi, ne sono aperte un centinaio e 33 edifici di culto sono stati ristrutturati e resi agibili dopo il sisma con i fondi raccolti dai parrocchiani o con interventi provvisionali. Una sessantina di chiese andranno pesantemente ristrutturate. Ad oggi, sono stati spesi 3,7 milioni di euro: si calcola che ne servano ancora 55”

 

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