Il tema era la mancata costituzione del Comune di San Felice come parte civile al processo di mafia Aemilia, e le dichiarazioni del sindaco che aveva garantito fosse stato fatto il contrario. Abbastanza, per molti, per aprire il caso portare il caso in consiglio Comunale. Così è stato l’alta sera, e dopo diverse ore di dibattito a tratti anche molesto con insulti sessisti a una consigliera, le spiegazioni sul caso della mancata costituzione come parte civile che sembrava cosa fatta, ma poi non lo era, sono sembrate esaustive. Alberto Silvestri ha spiegato che c’è stata una incomprensione. Si pensava che ci fosse più tempo per presentare la richiesta al giudice, invece così non era. I termini sono scaduti e San Felice si è trovata fuori dalle parti civili.
“Doveva essere un Consiglio comunale chiarificatore e invece il sindaco ha continuato a fare quel che fa da mesi: ha abilmente evitato di spiegare la imbarazzante vicenda mentre la maggioranza Pd ha provveduto a lanciare contro la sottoscritta e alle opposizioni insulti e offese – commenta al Carlino Lorenza Borsari della lista Sanfeliciani per reagire -E’ l’ennesima dimostrazione di mancanza di trasparenza, competenza e umiltà”.
San Felice, Silvestri convince la maggioranza: “Sul caso Aemilia nessun problema”
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